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Cronaca 13:41 | 25/09/2023 - Santarcangelo

79° Liberazione di Santarcangelo dal nazifascismo. Il discorso della sindaca Alice Parma

Grazie davvero per essere qui a ricordare insieme a noi il 79° anniversario della Liberazione di Santarcangelo dal nazifascismo. Una Liberazione ottenuta combattendo, dai partigiani insieme all’esercito inglese, nella decisiva battaglia di Spinalbeto – un colle che si trova a metà strada tra Santarcangelo e San Michele – nella notte tra il 23 e il 24 settembre del 1944.

“I partigiani santarcangiolesi furono molto utili nel ripulire la città dai tedeschi” si legge nel rapporto ufficiale dell’esercito britannico, citato nel libro “La notte delle bandierine rosse” di Fucci e Baldazzi. Ma chi erano questi partigiani? Quanti anni avevano? Vi siete mai fatti questa domanda? Credo sia importante rifletterci oggi, che inauguriamo una nuova targa del percorso “Memoria dei luoghi, memoria delle voci” dedicata al “Fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e la libertà”, la più estesa organizzazione clandestina di giovani impegnati nella Resistenza.

Ragazzi e ragazze, giovani e giovanissimi, facevano parte di questo gruppo che offrì un contributo rilevante alla lotta di Liberazione, di cui ci dirà qualcosa in più la presidente dell’ANPI di Santarcangelo, Giusi Delvecchio, che interverrà dopo di me. Io vorrei solo portare la vostra attenzione su alcuni dei nomi che leggerete sulla targa: Lello Baldini, Tonino Guerra, Flavio Nicolini, Nino Pedretti.

Pensate! I nostri più grandi poeti e intellettuali che, giovanissimi, hanno contribuito alla lotta di Resistenza e alla Liberazione di Santarcangelo, affrontando con coraggio un nemico e una guerra che rieccheggiano ancora, con tutto il loro carico di dolore e paura, in tante delle loro opere. Provate a immaginare quanto dev’essere stato difficile per loro, poco più grandi di voi, fare una scelta simile, mettere a rischio la propria vita prendendo parte ad azioni rischiose o a vere e proprie battaglie.

Ma le persone con cui combattevano fianco a fianco erano i loro genitori, fratelli e sorelle, amici, tutti uniti da un’idea di libertà che il regime fascista, per oltre vent’anni, aveva sottratto loro, prima di trascinare l’Italia in una guerra che era costata a tutti perdite e sofferenze indicibili.  Noi, come Comune, insieme all’ANPI e a tutti gli altri soggetti che fanno parte del Comitato cittadino antifascista, facciamo del nostro meglio per far capire l’importanza di quel momento storico, cosa sono state la Resistenza e la lotta per la Liberazione.

Per questo non posso fare a meno di ringraziare le vostre insegnanti, che oltre a partecipare al Comitato e a giornate come questa insieme a voi, sono il vostro punto di riferimento quando si tratta di conoscere la Storia, un po’ alla volta naturalmente in base alla vostra età. Come dicevo nei giorni scorsi al Molari, non c’è informazione di qualità migliore di quella che ricevete a scuola, quindi cercate di farne tesoro, e fate sempre domande se qualcosa non vi è chiaro o volete saperne di più.

Da parte mia, credo che l’informazione e la scuola debbano sempre essere plurali: per questo sono felice di presiedere un Comitato dove sono rappresentante tutte le anime del movimento antifascista, dall’ANPI alle associazioni combattentistiche, fino all’Istituto storico per la Resistenza. Nei giorni scorsi, qualcuno di voi sicuramente l’avrà sentito, il Ministro dell’Istruzione Valditara ha voluto farci sapere che l’ANPI non potrà più “monopolizzare” la Resistenza nelle scuole. 

 

Personalmente dubito che lo facesse già prima, come dimostra nel suo piccolo la nostra esperienza qui a Santarcangelo, e in secondo luogo è un grave errore pensare che l’ANPI rappresenti solo una parte del movimento antifascista, perché è da sempre un’associazione plurale e inclusiva. Ma del resto non è la prima volta che il Ministro rilascia dichiarazioni di un certo tipo, come quelle che ricorderete all’indomani del vergognoso pestaggio politico fuori dal liceo Michelangiolo di Firenze.

 

Quindi la mia raccomandazione conclusiva per voi che siete più giovani è anche questa: imparate, perché la conoscenza della Storia è la base per ogni forma di cittadinanza attiva, e prestate attenzione a quello che succede intorno a voi, perché la partita della memoria si gioca nel presente e non in un lontano passato.

 

La memoria è viva, così come è vivo l’esempio di quei giovani che non vollero restare indifferenti, ma prendere parte nel momento in cui la Storia chiedeva loro di farlo, aprendo la strada a un futuro migliore per loro stessi e per le persone alle quali volevano bene.

 

Al futuro dunque, che grazie al vostro impegno possa diventare per voi migliore anche di quello che sognate. Grazie.