Si firma Marisa. Senza cognome. Ma nella lettera che ci ha scritto c’è anche il cognome che abbiamo deciso noi di togliere rispettando il suo volere. Per dire a tutti, destinatario compreso, che non ci siamo inventati nulla ma che è tutta farina del sacco di una nostra lettrice. Nella mail che ci ha spedito non risparmia critiche al sindaco di Rimini Andrea Gnassi.
“Buongiorno Signor Sindaco,
sono una cittadina riminese e orgogliosa di esserlo, non credo lei possa capire cosa vuol dire essere padre/madre/nonno, mi spiego. Qui a Bellariva non è più possibile passeggiare, far giocare i bambini, mangiarsi un gelato in santa pace. Il degrado da Bellariva a Rivazzurra è odorante di sterco. Uomini sbragati sui lati dei marciapiedi e nei parchi (come le dicevo, non si può più passeggiare, far giocare i bambini), ubriachi ventiquattro ore su ventiquattro. Prostituzione agli angoli delle vie, già dal tardo pomeriggio, quando le famiglie passeggiano, di fatto, in mezzo a quelle povere sfruttate, droga e tutto ciò che ne consegue.
Questo mi fa capire che Lei qua non è mai venuto e, probabilmente, mai verrà, perché ha deciso sulle carte cosa doveva diventare questa periferia, vedi ex Murri. Fino a prima di Lei e del precedente sindaco si viveva ancora un’estate tutta famiglie e convivialità. Ora tutto sembra avere ceduto il passo al nulla.
Grazie di ciò che sta facendo e grazie anche a chi la ispira a fare tanto danno.
Sono solo sollevata di non essere mai stata una sua elettrice. Bene... Le porgo saluti di Buon Ferragosto, ricordando che la storia non si cancella perché quel giorno è la festa dell’Assunzione.
Marisa”.
Non c’è bisogno di aggiungere altro se non, qualora arrivasse, la replica del primo cittadino.