Mentre la politica festeggia l’imminente zona bianca, 14.850 ragazzi, tanti sono gli adolescenti tra i 15 e i 19 anni ai quali vanno aggiunti gli universitari della provincia di Rimini , sono ancora dietro a uno schermo e ci resteranno fino all’ultimo giorno di scuola. A denunciare la condizione di quasi 200 mila studenti ancora adolescenti in Emilia Romagna sono i genitori del Comitati regionali aderenti alla Rete Nazionale “Scuola in presenza” che si appellano direttamente all’assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna Raffaele Donini e al presidente Stefano Bonaccini, citando i due provvedimenti responsabili del fatto che la scuola in presenza, per una consistente fascia della popolazione scolastica, è ancora lontana da venire.Nel dettaglio, l’ordinanza n. 68 del 30 aprile a firma del Presidente Bonaccini li affida ogni giorno alla sola speranza di non avere un caso Covid in classe, visto che solo a loro - diversamente da tutto il resto della popolazione - è imposta la reclusione di 10 giorni pur con esito di tampone negativo. Il secondo documento è la Nota 8178 del 05/05/2021 dell’Ufficio Scolastico Regionale che, sentita la Direzione Sanitaria, ha ritenuto di mantenere una bella fetta di Dad del 70 per cento che in numerosi casi scende anche al 50 per cento riaffermando le motivazioni della nota precedente che citava “nel confermare come il quadro epidemiologico non mostri ancora un andamento migliorativo sufficiente, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 14 ed i 18 anni, la predetta Direzione ha ritenuto corretto e prudente mantenere percentuali di frequenza in presenza nelle scuole secondarie di secondo grado non superiore al 70 per cento”.
Secondo i referenti del Comitato riminese aderente alla Rete Nazionale Scuola in Presenza è in atto un vero e proprio accanimento nei confronti degli studenti adolescenti che alla data di questi provvedimenti avevano frequentato in un anno e 2 mesi solo 72 giorni di scuola in presenza.
“Sono state mandate negli ultimi due mesi richieste di spiegazione ad Assessori, Ufficio Scuola regionale, Direzioni scolastiche per l’utilizzo di percentuali di Dad così elevate nonostante il Decreto Draghi consentisse una maggior frequenza scolastica, ma non ci è stata mai data alcuna risposta – afferma Stefania Montebelli referente del Comitato riminese Per la Scuola in Presenza – Ragazzi a scuola-. Eppure una risposta la troviamo proprio nei dati dei Report pubblicati dalla Regione stessa: in quello di martedì 18 maggio ad esempio i nuovi casi di positività in fascia 0-18 anni sono letteralmente crollati (30 per cento in meno,1.460 contro 2.921 di metà marzo), confermando il trend migliorativo dell’ultimo periodo. Da quando le scuole sono state aperte dopo Pasqua i dati mostrano chiaramente che andando a lezione in aula, i nuovi casi sono drasticamente diminuiti rispetto al periodo precedente in cui – pur stando a casa - i ragazzi si sono contagiati più del doppio rispetto oggi. Ci chiediamo perché a fine aprile la Regione sostenesse il contrario”
“Chiediamo – concludono - che da subito e fino all’ultimo giorno di scuola, visti i dati dell’ultimo report settimanale regionale, sia garantita agli studenti delle scuole superiori la scuola in presenza al 100%, in ottemperanza a quanto previsto dall’art.3 del DL 52/2021 emanato dal Presidente della Repubblica Mattarella e sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi e dal Ministro della Salute Speranza.