Tra arte, scienza e magia, il ventriloquo misanese d'adozione, vincitore della quinta edizione del talent Italia's Got Talent, Samuel Barletti si racconta. Simpaticissimo e chiaccherone, già da bambino non aveva rivali.
''A 9 anni studiai un merlo indiano, soprattutto mi accorsi che il merlo emetteva delle parole, ciò mi sorprese e mi feci una domanda. Come fa un merlo a parlare se ha un becco? - racconta - Tale considerazione mi fece dire che se lui può parlare senza bocca, io posso fischiare senza avere un becco, proprio con la gola, come fanno gli uccelli.''
Samuel fischia senza muovere le labbra, questa è una certezza e fischiare in ventriloquia è impossibile.
''All'asilo avevo costruito un uccellino di creta, ci stavo giocando, quando mi venne da fischiare e la maestra mi disse di lasciarlo perchè gli facevo male'', risata (n.d.r.).
Quali ricordi hai legati ai tuoi inizi?
''Sono nato in un periodo dove si parlava di magia e quando ancora la televisione era in bianco e nero, io ero curioso di conoscenza. Alla fine degli anni '70 a Roma, un grande autore italiano, Marcello Casco, dette vita al teatro cabaret ''Al Fellini'' , dove si esibivano molti artisti. Nel 1985 fui chiamato come ospite, cioè non dovevo esibirmi, pensavo solo di andare lì e di sedermi in platea. Tutto sbagliato. Casco mi disse che mi dava 10 minuti per intrattenere il pubblico, ma io non avevo i miei pupazzi, però non potevo farmi scappare un'occasione del genere e così entrai in scena pulendo il palcoscenico, mostrando il lato difficile della vita dell'artista e... ho improvvisato. E' andata bene''.
Oggi ti puoi concedere il lusso di guardare a quegli anni con dolcezza e con orgoglio, con la consapevolezza che tu ed i tuoi pupazzi avete contribuito ad un pezzo di storia della ventriloquia.
'' Tale disciplina è un ramo della prestidigitazione, un'arte dove la destrezza delle mani toglie l'attenzione da un lato, per poter agire dall'altro, mio padre era un'mago'; mentre il ventriloquo sopprime la normale attività, svolta nella fonazione articolata delle parti mobili dell'apparato fonatorio terminale, mettendo in moto altri meccanismi per poter parlare senza uso del labiale. La mia tecnica è un po' diversa, innovativa. Uso il concetto di respirazione a ciclo continuo, emetto il suono e non muovo assolutamente le labbra. Siamo solo due al mondo a saperlo fare. La ventriloquia, rappresenta un mondo meraviglioso, dove la conoscenza del corpo è fondamentale, il ciclo della vita si fonde con la tecnica. Dal punto di vista invece dello spettacolo, deve esserci comicità, allegria. Non mi fermo mai a quello che vuole il pubblico, ma vedo oltre, arrivo alla sopravvivenza del pubblico: coinvolgimento e forte motivazione. Ho avuto una buona scuola e gavetta, le navi da crociera, dove l'internazionalità del pubblico mi ha permesso di crescere umanamente e professionalmente.''
Che pupazzo preferisci, qual è il tuo preferito?
''Pakito era un corvo, disegnato e cucito da me, portava le mie scarpe del battesimo. Tyson, Leo e Mario sono arrivati dopo, ma li amo tutti indistintamente. Quando monto uno spettacolo cerco sempre di essere pronto e so già cosa non farò mai fare, per nessun motivo al mondo, ai pupazzi. Già questo è un vantaggio''.
Tu Samuel, capiti a Misano Adriatico, perchè conosci Letizia, misanese doc, ti sposi e decidi che il tuo nido sarà questa ridente cittadina rivierasca. Ti si vede passeggiare, per le vie della città, con il cane, a volte assorto nei tuoi pensieri, che saranno in che lingua? In brasiliano, in italiano, in ventriloquese? Quante anime ha Samuel?
''Penso che un minimo di pazzia la si debba avere per fare questo lavoro, però esiste poi una realtà, che è quella di casa dove sono me stesso e dove non uso mai questa strana fonazione. Quando sono sul palco, con i miei pupazzi, in un certo senso, è il pupazzo stesso che mi mette sulla strada giusta quando mi lascio andare alle sciocchezze, ma a casa non devo per forza fare ridere, quindi sono veramente l'uomo comune.''
Daniela Ruggeri