Era nato lo stesso anno in cui al padre Renato venne in mente l'idea della vita. Quell'idea semplice ma straordinaria a cui Ugo De Donato, il figlio, ha dedicato tempo, lavoro, passione, genialità per l'intera esistenza e sino all'ultimo giorno prima di lasciarci per sempre.
"Si chiamava e si chiama Publiphono Rimini - lo ricorda il sindaco Jamil Sadegholvaad - la voce della vacanza e dell'estate di ogni italiano, di ogni persona che si è trovata almeno per un giorno a camminare a riva o a riposare sotto l'ombrellone. La famiglia De Donato ha inventato l'informazione di comunità, attraverso quegli altoparlanti inizialmente sparsi per la città di Rimini (con il giovane Sergio Zavoli tra gli originari protagonisti) e quindi dagli anni Cinquanta trasferitasi in spiaggia con la leggendaria dicitura Publiphono Rimini. Lungo i 15 chilometri di costa, nel 'melting pot' dei rumori tra onde del mare e il vociare di bimbi e adulti, ecco da 70 anni la musica delle hit estive, da Nico Fidenco a Fedez, inframezzata dai mitici annunci in più lingue ('si è perso un bambino... porta un costume azzurro...') alle pubblicità dei locali della Riviera declamate con tono caldo e pastoso da 'the voice' Marco Magalotti ('il dancing Las Vegas...in fondo a destra...'). Ugo De Donato ha condotto la colonna sonora della nostra estate dal 1971, immediatamente dopo la scomparsa del padre Renato. In qualche intervista si era lasciato scappare che il sogno di famiglia era 'mettere un altoparlante sulla testa di ogni riminese' e che Publiphono altro non era che un grande e democratico 'servizio pubblico'. Aneddoti e numeri si rincorrono in una storia esaltante di un pezzo di Italia creativa e che funziona. Dai quasi 140 mila bambini ritrovati dopo essersi persi in spiaggia, al giorno tragico della strage di Bologna, 2 agosto 1980, quando grazie al Publiphono si riuscì a veicolare all'Italia in vacanza il messaggio della necessità di sangue da parte di AVIS per curare i feriti della stazione ferroviaria.
Oggi, con la scomparsa di Ugo De Donato, se ne va un pezzo di storia di Rimini, della nostra Riviera, del costume italiano, quella che dal boom economico conduce alla realtà contemporanea. Ugo ha combattuto per molti anni con una malattia che però non lo ha mai piegato e non lo ha piegato nel suo grande amore per la Publiphono e per la città di Rimini. Ci vogliamo stringere tutti intorno alla sua famiglia in questo giorno di dolore. Siamo grati a Ugo e alla famiglia De Donato per quell'invenzione che fa parte ormai della nostra unica offerta turistica. Un'invenzione che continuerà a essere la colonna sonora dell'estate di Rimini e della Romagna".
«Era sempre piacevole ricevere le telefonate di Ugo De Donato – ricorda Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna –. Chiamava periodicamente, mai per chiedere ma solo per dare consigli al fine di contribuire a rendere più bella la nostra Rimini. Si poneva sempre con garbo e gentilezza ed era ogni volta un piacere ascoltare dalla sua viva voce consigli e racconti della nostra città, che visse da protagonista, da uomo colto, gentile e soprattutto umano quale Ugo era».