“Dopo avere annunciato di chiudere i porti, adesso il ministro Salvini chiude davvero, e prima del tempo, le spiagge di tutta Italia. C'è dunque coerenza nel titolare del dicastero delle Infrastrutture, che con circolare emanata ad agosto (in piena stagione…) dai propri uffici, costringe gli operatori balneari del Paese a smontare tutto il 22 settembre 2024, 'mangiandosi' oltre un mese di già annunciati bagni e cure elioterapiche per pacchetti vacanze completi”. Così il deputato del Partito Democratico Andrea Gnassi all’indomani della chiusura anticipata “forzata” della stagione balneare.
“Sarebbe utile spiegare a Salvini che - oltre alle modalità 'fuori tempo massimo' dei suoi inattesi provvedimenti 'ammazza spiagge’ - ormai in tutta Italia, e soprattutto in Romagna, il tema della spiaggia vissuta tutto l'anno, del mare d'inverno, della destagionalizzazione della proposta turistica è parte integrante di un'offerta che muove miliardi di euro e centinaia di migliaia di lavoratori” incalza l’onorevole, evidenziando: “E' l'ennesima 'perla' di un Governo che su una delle tre principali industrie del Paese, il turismo appunto, si è distinto non solo per il nulla ma addirittura per i danni che ha prodotto a causa di questo nulla e di provvedimenti ministeriali incredibili per inopportunità e conseguenze purtroppo tangibili. Dai due anni di silenzio sulle spiagge alla presa in giro sulla Bolkestein con promessa a vanvera sulle gare che non si sarebbero mai fatte, alla campagna Open to Meraviglia zeppa di strafalcioni, all'assenza di qualunque strategia o promozione; dagli annunci che sarebbe meglio vendere le spiagge libere perché luoghi frequentati da barboni (copyright ministra Santanché) stiamo raschiando il fondo del barile. A questo punto qui c'è da salvare il salvabile, al di là delle appartenenze politiche perché di turismo, in Romagna e in Italia, si vive in tanti territori. Il ministro Salvini e la ministra Santanché provino a parlarsi e chiarire bene i contorni e i confini di quel provvedimento “chiudi tutto”, per favore la smettano con gli slogan e riaprano subito le spiagge d'Italia, che tanto per dire con il turismo balneare rappresentano oltre il 30 % del totale del turismo italiano”.