Il cane Eddy, il cucciolone candido che era diventato un po’ la mascotte del canile comunale, ha finalmente trovato una famiglia che lo ha adottato. Dopo una lunga lotta contro condizioni di salute avverse, questo meticcio è pronto a un nuovo capitolo della sua vita, in una ‘trasferta’ da San Salvatore che lo vede avvolto dall’affetto dei neo-padroni e dell’emozione della squadra della struttura dello Stefano Cerni che in questi mesi lo ha accompagnato con cura e dedizione verso quella che può essere a tutti gli effetti chiamata ‘rinascita’.
La sua storia, infatti, è quella di un quattro zampe che ha mostrato una resilienza straordinaria. Adottato da cucciolo e poi abbandonato una volta cresciuto, Eddy è arrivato al canile a un solo anno di vita. Esuberante, giocherellone e pieno di vita, la sua vita ha preso una svolta inaspettata quando iniziano a comparire sul suo muso alcuni segni sospetti, a indicare che c’era qualcosa che non andava, al di là di una insolita stanchezza improvvisa.
Una neoformazione che si è rapidamente diffusa anche in altre zone del copro e che ha portato i veterinari a condurre una serie di esami di approfondimento per capirne la causa. La diagnosi è stata però un duro colpo: due rare malattie autoimmuni, una combinazione forza unica in Italia. Da quel giorno la battaglia di Eddy è stata lunga e faticosa, con oltre due mesi di ricovero presso la clinica veterinaria San Marco di Padova, e diverse terapie da seguire. Nel suo nome era stata avviata inoltre una raccolta fondi e alcune iniziative finalizzate a intercettare risorse per finanziare il percorso di medicazione, alla luce anche dei consistenti costi.
Sebbene porti ancora i segni della patologia, con una incavatura sopra l’occhio di sinistro, ora, a due anni, è di nuovo pieno di energia, e pronto a questa avventura dentro la nuova casa, circondato dalla compagnia di altri amici a quattro zampe con i quali ha già fatto amicizia.
“L’ufficiale adozione di Eddy è una bella notizia per tutta la comunità di Rimini, e per i tanti, tantissimi, che in questi mesi di ospitalità al canile hanno avuto modo di conoscerlo e di supportarlo - dicono dal Canile Stefano Cerni (gestito dalla cooperativa Cento Fiori) -. La sua storia è emblematica dell’importanza di un coinvolgimento comunitario attorno alla tutela dei nostri amici pelosi, a testimonianza del potere della solidarietà, che nel suo caso è stata fondamentale. Vederlo oggi nella sua nuova famiglia è per noi una emozione molto forte, così come per gli stessi proprietari, che sono felicissimi di avergli aperto le loro porte di casa, dove già vivono altri cani”.