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Cronaca 12:34 | 16/01/2025 - Rimini

Cinquantenne assolto dall'accusa di violenza sessuale, ma condannato per stalking dal Tribunale

E' stato condannato a una pena di 3 anni di reclusione per atti persecutori, assoluzione per l’ipotesi accusatoria di violenza sessuale aggravata. E' andato così così il processo a carico di un uomo di 50 anni, residente a Rimini, difeso dall’avvocato Angelo Gencarelli. L’imputato era accusato di atti di stalking nei confronti dell' ex compagna. La persona non avrebbe voluto che la donna prendesse la decisione di mollare la relazione sentimentale. Come è scritto negli atti, l'innamorato iniziò a presentarsi sotto l'abitazione dell'ex amata, suonando il citofono disperatamente.Voleva parlare con lei. In alternativa si presentava sul posto di lavoro a ceercarla. Nel periodo vissuto attraverso la convivenza, secondo quanto riferito dalla donna, il congiunto aveva assunto atteggiamenti violenti. Chiusa la storia e partita la prima denuncia, diventata per l'ex fidanzato un chiaro divieto di avvicinamento. Poi nel tempo la Signora aveva rimesso la querela. Sembrava che nell'aria fosse scoppiata tra i due la pace. Ma questa tregua è durata molto poco. Sono riemersi atti persecutori dal giorno della scadenza del divieto di avvicinamento, il 13 febbraio 2021. La donna sentendosi in pericolo aveva sporto una nuova denuncia. Questa volta la giustizia aveva emesso un ammonimento attraverso il Questore, datato 13 maggio 2021, che colpiva nuovamente l'amante focoso.

Ma a dicembre 2021, i due ex compagni sembrava avessero nuovamente trovato un accordo di pace. Qualche mese dopo, disotterrata l'ascia di guerra, le condotte persecutorie dell'uomo ripartirono. Così nuova denuncia da parte della Signora, sporta ai Carabinieri nel mese di febbraio. A marzo la Magistratura optò a questo punto per l’arresto della persona. In questo caso l'accusa vide contemplata nei capo di imutazione anche la violenza sessuale aggravata da ricatto. Infatti il 50enne nel mese di gennaio di due anni prima, secondo gli indaganti, avrebbe costretta la donna ad avere un rapporto sessuale in un hotel di Misano sotto costrizione morale. Infatti l'amante spiegò alla stessa che se non avedde aderito alla richiesta, lo stesso avrebbe diffuso un audio registrato di nascosto, che testimoniava un loro incontro intimo avvenuto durante il periodo di riappacificazione. Da questa ultima situazione si è mosso l'iter processuale che ha portato alla condanna sopra descritta.

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