A tu per tu con Claudia Marchi, figura determinante nella promozione del brand societario, addetta alle public relation, scrittrice nonché ex portavoce del Rimini maschile.
Il momento della squadra
“Ho assistito in tribuna alla gara con il Bologna in un clima surreale, in un’atmosfera che già lasciava presagire la sospensione del campionato; al di là del risultato maturato in campo e della classifica non entusiasmante mi hanno molto impressionato le ragazze che si sono distinte per la loro determinazione e professionalità, lottando su ogni palla fino allo stremo delle forze; il loro entusiasmo e la loro abnegazione fa ben sperare per il futuro, sono la parte sana e migliore della società, motivate da pura passione ed ideali”.
L’ambiente a Riccione
“Arianna Fabbri è una donna straordinaria, umile ed altruista allo stesso tempo, una persona dotata di grande umanità, un autentico porto sicuro per tutti coloro che la circondano; ammirevole la sua capacità nel saper affrontare ogni situazione con self control, mantenendo l’attenzione in ogni circostanza con educazione e rispetto; le sue caratteristiche la consacrano senza dubbio la persona migliore a guidare la società”.
Il tuo libro “Ce la facciamo”?
“E’ stato un lavoro introspettivo ed autobiografico svolto durante il periodo di lockdown; ho voluto raccontare le mie esperienze dolorose di vita vissuta, dalla depressione alla lotta al tumore, dalla perdita dei genitori alla separazione da mio marito con l’intento di trasmettere coraggio a chi si trova in queste situazioni, infondendo fiducia a chi vive nella sofferenza, un utile aiuto non solo a me stessa ma soprattutto a chi sta ancora vivendo il delicato momento, cercando con fatica di superarlo”.
La promozione del movimento
“Il periodo che viviamo ha frenato purtroppo una serie di eventi ed iniziative che avevamo in cantiere a Riccione; la bellezza della città, i colori del mare, richiamati nello stemma societario, sono un brand che di per sé non ha certo bisogno di pubblicità, saranno le basi su cui poter lavorare presto per continuare a promuovere il nostro movimento.
Non ci resta che valorizzare al meglio questo periodo di distanziamento sociale, facendo un lavoro interiore che possa servirci per migliorare e favorire il nascere di idee nuove; se ognuno di noi riesce a fare la propria parte potremmo vincere questa battaglia ed affrontare nuovamente la vita in discesa”.