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Cronaca 16:38 | 29/06/2023 - Romagna

Condannati padre e figlia per caso di omofobia a Rimini. Insultavano dal balcone un giovane omosessuale ogni volta che usciva di casa

Condanna per caso di omofobia a Rimini. Padre e figlia insultano dal balcone un giovane omosessuale ogni volta che usciva di casa per un anno e mezzo. Condannati a 24 mesi, 30mila euro di risarcimento e 3 anni di percorso di recupero in attività sociali. Ha sopportato le angherie per un anno e mezzo sperando che si stancassero del loro comportamento omofobico, di questa umiliazione costante ogni giorno che usciva dalla casa del compagno per andare a lavorare. Dopo essersi rivolto ad Arcigay Rimini “Alan Turing” e col supporto dell’avvocato Christian Guidi del Foro di Rimini oggi si è concluso un incubo. Condannati complessivamente a 24 mesi padre e figlia per stalking omofobico hanno avuto il beneficio della sospensione della pena. Dovranno risarcire le parti civili (la vittima e l’ex compagno, con cui anche a causa di questa situazione di stalking si sono separati, e Arcigay Rimini), più le spese processuali, complessivamente per circa 30mila euro. Il Tribunale Collegiale ha indicato la possibilità di recupero con la partecipazione ad attività sociali.

“Una vittoria della civiltà che si realizza” dichiara Marco Tonti presidente di Arcigay Rimini costituitasi parte civile “Una condanna esemplare che ogni persona che pensa di poter adottare comportamenti omofobici e discriminatori dovrà tenere ben presente. Il nostro obiettivo principale infatti è la prevenzione di queste situazioni, e in mancanza di una legge nazionale contro le discriminazioni omo-bi-transfobiche (l’Italia è unico Paese in Europa a non averla) queste sentenze esemplari possono rappresentare un fondamentale deterrente, per questo è importante denunciare sempre.”

“Oggi per me è la fine di un incubo” dichiara il giovane “un capitolo che si chiude perché tutti questi anni di attesa sono stati un fardello in cui il pensiero andava sempre lì. Sapere che giustizia è stata fatta è una grande liberazione personale e anche per la Comunità. Ho capito che quando si subisce ogni tipo di violenza bisogna denunciare senza vergogna e non stare nel proprio dolore personale perché si può trovare una comunità che ti accoglie ed è pronta ad ascoltare e dare sostegno. Ogni persona dovrebbe essere libera nella sua quotidianità di poter vivere con serenità il proprio amore con la persona che ama e di essere se stessa.”

“Sono molto soddisfatto del risultato frutto del coraggio delle parti civili”, dichiara l’avvocato Christian Guidi del Foro di Rimini, avvocato delle parti civili”, ma anche del sostegno della associazione Arcigay Rimini e, primo caso in Italia, dell’ANPI, l’Associazione Partigiani provinciale di Rimini segno che quando la società civile prende posizione, una giusta posizione, il diritto non può che riconoscerlo. Mi fa piacere evidenziare come la Procura della repubblica di Rimini, in particolare la dottoressa Giulia Bradanini, abbia proceduto su questa delicata situazione anche con attenzione e sensibilità. Auspico che il percorso di recupero per i condannati possa avere un effetto positivo e di consapevolezza sicuramente più efficace della pena in sé, con una ricaduta sociale più pregnante.”