"Positivo che il confronto sull’eolico offshore riminese prosegua e che finalmente parta da un dato progettuale che ho sempre considerato imprescindibile all’interno delle osservazioni che ho presentato, unico rappresentante politico, sia in fase di concessione demaniale che in fase di valutazione di impatto ambientale: gli aerogeneratori devono essere posizionati oltre le 12 miglia. Soddisfatto che quasi tutti i comuni costieri mi abbiano seguito su questa strada.
Proprio in questo senso qualche mese fa avevo promosso un incontro con i sindaci del territorio, con l’obiettivo di presentare alcune richieste condivise al ministero e all’azienda proponente per minimizzare l’impatto dell’impianto. La prima e più importante di queste richieste era proprio l’allontanamento dalle nostre coste.
Il confronto ora deve proseguire per migliorare ulteriormente il progetto che continua comunque ad avere impatti notevoli. Riflettiamo ad esempio su un dato che è stato poco evidenziato: i 51 aerogeneratori, alti 220 metri e con pilone dal diametro di 7,5 metri, saranno illuminati ciascuno da 5 luci ad alta intensità, 3 a metà pilone e due in cima, accese giorno e notte. Centinaia di luci in mare che saranno visibili sempre e in ogni foto della cartolina della Riviera e se è vero che la comunità riminese è disposta responsabilmente a fare la propria parte sulla via della transizione energetica, è doveroso compiere qualunque sforzo affinché i costi in termini paesaggistici e di sicurezza siano minimi. Anche perché, non dimentichiamolo, l’impianto eolico è privato e l’energia prodotta non sarà per Rimini ma venduta in rete.
L’appello che lancio è che questo approccio costruttivo prosegua e non si dia credito a voci di politici che intervengono senza sapere quello che dicono, come l’onorevole Sgarbi, che inquinano il dibattito dicendo assurdità e proponendo soluzioni che impatterebbero ancora di più sull’ecosistema. Il sottosegretario alla cultura ad esempio non sa che gli impianti flottanti, da lui evocati, hanno necessità di fondali molto profondi prevalentemente rocciosi e non si ‘spostano’ ma vanno ancorati ad un complesso di catenarie che prevedono l’installazione di diverse fondazioni sommerse ottenute dragando il fondale e risultando quindi più invasive sul fondale marino rispetto al monopilone e meno sicure per le attività di navigazione e pesca.
Continuiamo dunque a ragionare in modo serio e a confrontarci sul territorio per ottenere un buon compromesso che convinca anche chi, legittimamente, continua ad avere perplessità e timori su questo impianto".
Così in una nota il senatore del MoVimento 5 Stelle Marco Croatti.