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"Il mio adorato papà, la mia roccia, il mio esempio, la mia forza è volato in cielo. Grazie a tutti quelli che hanno avuto un pensiero per noi in questo periodo lungo e difficile.
Khodafez babà“.
Con queste stupende parole e alcune belle foto editate, il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad abbraccia per l'ultima volta il padre, deceduto nella mattinata di venerdì 5 aprile.
La storia ci narra che Mahmood Sadegholvaad è nato a Shiraz (Iran) il 24 aprile 1946. Negli anni 60' aveva conosciuto Rimini. Da qui non si è più mosso. Tanti da aprire nella centralissima via Dante a pochi passi dal Tempio Malatestiano, due negozi dedicati alla vendita di tappeti persiani. Oltre a Jamil, Mahmood ha altri due figli.
Orgogliosamente il sindaco aveva più volte raccontato la sua storia, le sue origini, e la storia d’amore tra i suoi genitori. Nel 2021 in una intervista scriveva: “Sono l’amministratore pubblico col cognome strano. Ma al di là della vocale finale che non c’è, la mia è una storia straordinariamente riminese. Mio padre, iraniano, venne in vacanza come tanti a Rimini a fine anni 60. Conobbe qui mia madre, corianese purosangue con i nonni di Montecolombo, durante un corso per hostess. Decisero di sposarsi e stare per sempre qui a Rimini. Aprono così un negozio di tappeti a partire dagli anni Settanta. Da allora tirano su la serranda ogni giorno. Io nasco nel 1972. Non voglio trovare chissà quale simbologia o paroloni, ma credo che nella storia della mia famiglia ci si possano riconoscere in tanti riminesi. Queste storie, che sono infinite, rappresentano benissimo la libertà, la tolleranza, la cultura dell’accoglienza (che non è per forza solo quella turistica) di Rimini. La multiculturalità di questa città, come dice Piero Meldini.”
Da parte delle nostra redazione le condoglianze alla famiglia.
Foto dalla pagina facebook di Jamil Sadegholvaad
