48 voti di differenza che sono valsi al sindaco Daniela Angelini la vittoria al primo turno alle comunali di Riccione. 48 voti a fronte di 356 schede fra nulle e bianche che non hanno mai convinto gli sconfitti, in particolare la Lega che presentò, entro i termini previsti un ricorso al Tar, chiedendo il riconteggio dei voti. Se ci sarà o meno verrà deciso il prossimo 6 dicembre, data in cui i giudici del Tribunale regionale amministrativo decideranno nel merito.
Cosa potrebbe succedere in caso arrivasse l’accoglimento del ricorso? Si procederebbe al riconteggio e se emergessero errori tali da vanificare il successo al primo turno della Angelini e della coalizione di centrosinistra, si tornerebbe a votare per il ballottaggio. Ricordiamo, infatti, che la Angelini ottenne 8.378 voti pari al 50,3% e, in caso di nuovi conteggi, sarebbe sempre la vincitrice delle elezioni amministrative ma non con la percentuale superiore al 50% che le ha dato la vittoria al primo turno nello scorso giugno. Pertanto scatterebbe il meccanismo del ballotaggio fra lei e il candidato del centrodestra Stefano Caldari. E gli scenari, da giugno ad oggi, sono totalmente cambiati. Pensate, per esempio, che Fratelli d’Italia a Riccione prese all’epoca il 5,2%. Alle ultime elezioni politiche nazionali, invece, sempre a Riccione ha superato il 30%. L’effetto Meloni potrebbe ripercuotersi sulla coalizione di centrodestra concretizzandosi in un clamoroso ribaltone così come successo già altrove. Ma tutto dipenderà dall’accoglimento o meno del ricorso da parte del Tar. Vedremo il 6 dicembre cosa succederà.