L’Ammonimento del Questore nasce per garantire alla vittima una tutela rapida ed anticipata rispetto alla definizione del procedimento penale e consiste nell’avvertimento, rivolto dal Questore allo stalker o al maltrattante, di astenersi dal commettere ulteriori atti di molestia o violenza domestica.
Ricorrere all’ammonimento è molto semplice. La vittima deve esporre i fatti a qualsiasi ufficio di Polizia o Carabinieri e avanzare richiesta al Questore di ammonimento nei confronti dell’autore delle condotte persecutorie o della violenza domestica. Il Questore, verificati i fatti, adotterà il provvedimento e l’autore verrà diffidato alla prosecuzione delle condotte. Quando il Questore ammonisce un soggetto non si limita alla mera notifica di un atto, ma entra nel cuore di ogni singola situazione offrendo contestualmente la possibilità di uscire da quella spirale di rabbia senza controllo. Senza mai banalizzare gli episodi violenti, cercherà di far comprendere l’opportunità che sta offrendo al soggetto ammonito di entrare a far parte di un percorso di recupero che, se seguito, con sentirà di interrompere il ciclo della violenza prima di arrivare a conseguenze estreme.
Grazie al Protocollo Zeus questo percorso così prezioso è totalmente gratuito per chi è invitato a prendervi parte. L’obiettivo è aiutare le persone a capire la causa dei propri errori e cercare di correggerli prima che l’aggressività degeneri in violenze sempre più pericolose.
Attualmente, il Protocollo Zeus è operativo nella metà delle province d’Italia. Sono 54 le Questure (47% rispetto a tutti gli uffici presenti sul territorio nazionale) che hanno firmato dei Protocolli oppure hanno avviato interlocuzioni per l’invio e la presa in carico delle persone ammonite da parte di Centri specialistici. La sottoscrizione di questi Protocolli non rappresenta una mera dichiarazione di intenti, ma prevede anche la formazione specifica per il personale delle Divisioni Anticrimine e la loro efficacia è dimostrata dai dati: pur rappresentando solo il 47% di tutte le Questure, in quelle sedi sono stati irrogati il 54% di tutti gli ammonimenti emessi nel periodo.
La percentuale di ammoniti che hanno aderito al trattamento e che sono, successivamente, risultati recidivi (cioè sono stati denunciati per maltrattamenti in famiglia o atti persecutori) è stata, in media, dell’11%; quindi circa il 90% di questi non commette ulteriori comportamenti violenti dopo aver seguito tale percorso. In nessuno dei casi di femminicidio registrati quest’anno al presunto autore era stato irrogato un ammonimento o altra misura di prevenzione.
Più in dettaglio, la percentuale di ammoniti che hanno aderito al trattamento e che sono, successivamente, risultati recidivi (cioè sono stati denunciati per maltrattamenti in famiglia o atti persecutori) ha un andamento decrescente nel tempo. Se nel 2020 i soggetti denunciati per atti persecutori dopo essere stati ammoniti erano il 20% di tutti quelli a cui era stato irrogata la misura di prevenzione, nel 2022 la percentuale scende al 9%. Stesso andamento per le persone ammonite per violenza domestica. In relazione alle denunce per reati connessi alla violenza di genere: persecuzioni, maltrattamenti, violenza sessuale (Codice Rosso) la Squadra Mobile ha acquisito 175 denunce, di cui 52 presso gli Uffici specializzati, gran parte con modalità dell’ascolto protetto, nell’anno 2021, invece nell’anno 2022 sono state acquisite 150 denunce, di cui 41 con la stessa modalità appena descritta.