Gianni Indino, presidente Confcommercio della provincia di Rimini: “Si chiede a tutti di lavorare per migliorare l’offerta turistica, ma da decenni subiamo la mancanza atavica di taxi sul territorio. Non possiamo più esimerci di metterci al passo dei nostri competitor internazionali. Dieci anni fa avevamo presentato un progetto, fermato dal muro alzato dei tassisti. Siamo pronti a riproporlo e a dialogare per creare le giuste condizioni affinché anche il nostro territorio si avvicini al servizio delle altre destinazioni turistiche europee”
“Si fa tanto parlare di turismo – dice il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino - si pontificano soluzioni per migliorare la nostra offerta, ma uno degli elementi più importanti, il primo impatto con la nostra realtà determinante per il turista e di conseguenza per la fruibilità del territorio, non è pronto e non cerca neanche di esserlo. Chiediamo a gran voce di riqualificare hotel e ricettività, vogliamo che il Comune intervenga con iniziative che accrescono l’appeal della nostra destinazione, diciamo agli imprenditori di migliorare la propria offerta commerciale e di servizi, agli stabilimenti balneari di attivare nuove proposte, alle discoteche di rinnovare i locali e creare cartelloni artistici di alto livello, ma poi non diamo un servizio adeguato araggiungere questi luoghi di interesse.
Se non si fosse ancora capito, parlo della mancanza atavica del servizio taxi. Si se arriva a Rimini in aereo si fatica a lasciare l’aeroporto per arrivare in hotel, con gli albergatori costretti a soluzioni estemporanee per sopperire al disservizio facendo di necessità virtù e, cosa ancora più grave, si presta il fianco all’arrivo degli abusivi di cui poi ci si lamenta. Chi cerca di raggiungere il mare quando il taxi non arriva prova in autobus con relativo cambio e ultimo tratto a piedi con valigie al seguito: un calvario che esaspererebbe ogni persona, figuriamoci un turista che viene qui per rilassarsi e divertirsi. Ristoranti e pub non riescono ad avere un servizio adatto per i loro ospiti soprattutto in orario serale, non parliamo poi degli orari notturni e del trasporto da e per i locali.
Per non infierire oltremodo ora non sto qui a fare anche la disamina dei prezzi richiesti per le corse. Trovare come giustificazione a difesa di questo palese disservizio che dura da anni e che si rinnova, la scusante del traffico, o quella dei pochi giorni di lavoro, è affermazione presto confutabile. Fiere e congressi, eventi culturali e sportivi, riqualificazione del centro storico fanno di Rimini una destinazione turistica attiva 365 giorni l’anno. Se poi ancora non bastasse, Confcommercio già dieci anni fa aveva fatto la proposta di sdoganare il taxi come possibilità di trasporto urbano quotidiano anche per i residenti, fatto che avrebbe anche alleggerito la pressione su traffico e parcheggi. Con prezzi adeguati al quotidiano, con il territorio diviso in cerchi concentrici, avrebbe consentito di sfruttare al massimo il mezzo per i fruitori e di lavorare in pieno ai proprietari di licenza, avvicinandoci finalmente alle altre città italiane ed europee. L’amministrazione comunale aveva dato un primo parere favorevole, ma tutto si è arenato davanti al muro eretto dei tassisti. Da allora i problemi non solo non stati risolti, ma si sono acuiti. Se vogliamo crescere come destinazione turistica non possiamo più esimerci di metterci al passo dei nostri competitor internazionali anche in fatto di costi e di reperibilità immediata o quasi del servizio taxi.
Certo, il problema non è solamente di Rimini, ma è diffuso in tutta Italia. Per questo ritengo che sia giunta l’ora che il governo se ne faccia carico: c’era stato un tentativo, bloccatosi miseramente dopo qualche giorno di battaglia, ma ora è il momento di tenere il boccino fermo sulle necessità del Paese e di quel turismo che cuba il 13% del PIL e non può più permettersi situazioni vicine all’imbarazzo.
Siamo pronti a riproporre il nostro progetto, che credo non abbia bisogno di alcuna variazione, ma su cui siamo disponibili a dialogare, per creare le giuste condizioni affinché anche il nostro territorio si avvicini all’offerta di trasporto delle altre destinazioni turistiche europee”.