Si torna sempre dove si è stati bene e questo detto probabilmente vale anche per il centauro verucchiese Mirco Bettini che, dopo aver vinto il Tuareg Rallye nel 2018, al quarto tentativo, torna quest’anno sulle piste marocchine per una nuova sfida. Con lui, altri quattro piloti del team riminese Azzurrorosa: ci sono due altri riminesi, i fratelli Stefano e Maurizio Trovanelli che già hanno partecipato ad altre edizioni del Tuareg. Poi c’è un “rookie” assoluto, l’eugubino Paolo Filippini e, da Torino, un altro “veterano”: Alessandro Lombardo. “Ma non vanno dimenticati Miria Amadori e Pierluigi Columbri che ogni giorno si occuperanno della logistica spostando il nostro “paddock”, compreso tutto il materiale di ricambio del quale potremmo avere bisogno alla fine di ogni tappa – sottolinea lo stesso Bettini – il loro lavoro è d’importanza vitale per noi piloti”. Azzurrorosa se la vedrà con altre cento moto provenienti da tutta Europa. Le auto iscritte sono cinquanta.
Partenza della gara domenica 19 marzo e arrivo sabato 25. Sei tappe, alcune di 300 chilometri, tutte nel deserto e fra le dune a parte la prima, la Erfoud/Erfoud: un percorso ad anello di 200 chilometri durante il quale i concorrenti dovranno affrontare anche qualche percorso montano, oltre al deserto. E’ una vera gara di velocità in stile Dakar, per intenderci. “Navigazione, stato del terreno e percorsi sono sconosciuti e non segnalati. Noi piloti li dobbiamo leggere sul roadbook i cui dati incrociamo con la bussola elettronica e il contachilometri per un raffronto” – spiega Bettini.
Bettini, come si prepara una gara del genere?
“Ci vogliono almeno sei mesi di lavoro. Si parte dalla preparazione fisica, fatta prevalentemente in palestra più che sulla moto, con esercizi specifici per motociclistici. Poi bisogna curare l’alimentazione. La preparazione della moto è molto laboriosa perché il mezzo va adattato al tipo di gara. Per fare un esempio: il cruscotto va completamente sostituito con uno nuovo sul quale installare contachilometri elettronici, navigatori satellitari e roadbook. Una strumentazione molto complicata da guardare mentre si corre”.
Con quale moto gareggerà?
“Con una Ktm 790 bicilindrica messami a disposizione da Motostore di San Marino”.
Qual è il suo obiettivo?
“Vorrei fare bene. Le gare africane sono molto pericolose e la cosa importante è essere prudenti ed evitare errori. Rimanere in alta classifica sia nel gruppo delle bicilindriche sia nella generale sarebbe una gran bella cosa”.
(Le foto nel deserto sono di Massimo DI Trapani e Alessio Corradini)