Nell’ambito delle primarie attività di contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica determinata dalla crisi pandemica, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini hanno avviato tra l’altro una operazione (free bolt) di monitoraggio e controllo delle erogazioni di finanziamenti garantiti dallo Stato a tutela delle imprese in difficoltà della provincia. Dopo una prima fase di interventi di controllo sul campo, le fiamme gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno segnalato di recente all’Autorità Giudiziaria il titolare di una società, per il reato di cui all’ art. 316 ter c.p. di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Inoltre, quale proprietario del 100% delle quote del capitale sociale, amministratore unico con poteri di rappresentanza legale della società, ai sensi del Decreto legislativo n. 231/2001, in aggiunta alla responsabilità personale, è stato segnalato alla Procura della Repubblica per l’illecito amministrativo dipendente da reato previsto e punito dall’art. 24 dello stesso decreto n. 231, in quanto la società è risultata priva di un modello di organizzazione e di gestione e/o un’unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria, idonei a prevenire reati della specie di quello denunciato. I Finanzieri del Comando Provinciale di Rimini hanno proposto alla Procura della Repubblica l’emissione di un decreto di sequestro preventivo per equivalente dell’importo ritenuto indebitamente ottenuto dalla ditta indagata; inoltre i militari della Guardia di Finanza hanno contestualmente segnalato il responsabile all’Autorità Giudiziaria Contabile di Bologna per i profili di possibile responsabilità amministrativa per danno erariale. Ciò in particolare poiché è emerso che avvalendosi delle opportunità previste dal decreto legge n. 23 dell'8 aprile 2020, per sostenere le imprese «nella particolare congiuntura economica determinata dall'emergenza sanitaria» causata dalla crisi pandemica COVID-19, il titolare della società controllata ha richiesto ed ottenuto da Mediocredito Centrale un finanziamento di 30 mila euro, integralmente garantito dallo Stato, mediante la presentazione di una dichiarazione dei redditi non veritiera, dove attestava il conseguimento di ricavi, che non risulterebbero realmente conseguiti.
In questi giorni le fiamme gialle hanno eseguito il provvedimento di sequestro dei valori di conto corrente per un importo complessivo di 30 mila euro emesso dal Tribunale di Rimini nei confronti dell’imprenditore con attività dichiarata operante nella gestione “scuderie di cavalli”.