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Cronaca 09:35 | 23/10/2021 - Romagna

Infortuni sul lavoro: la provincia di Rimini peggiora il rischio di eventi mortali

Sebbene il numero assoluto di infortuni accertati nel 2020 siano notevolmente in calo, sappiamo che tale diminuzione è dovuta purtroppo esclusivamente ai mesi di chiusura obbligati dalla pandemia – afferma Francesco Marinelli (nella foto), segretario generale CISL Romagna. Infatti, analizzando i dati è evidente come la Romagna continui a registrare livelli di infortuni più alti sia rispetto alle altre province emiliano romagnole sia rispetto al dato nazionale”. In base allo studio condotto da CISL Romagna relativamente ai dati sugli infortuni accertati pubblicati da Inail per l’anno 2020, la provincia di Rimini mantiene alto il suo indice di rischio infortuni, passando dal sesto al quarto posto in regione con 3018 infortuni accettati, a parimerito con Ravenna che ne registra 3687. Forlì-Cesena registra il risultato peggiore ed è al terzo posto in Regione con 4134 infortuni accertati nel 2020. Il dato romagnolo è ancora peggiore se si guarda la media nazionale: mentre in Italia l’indice di rischio infortunio è del 1,6 ogni 100 lavoratori, in Romagna il rischio sale arrivando al 2,1 ogni 100 lavoratori.

Per quanto riguarda gli infortuni mortali sul lavoro, benchè per diversi mesi le aziende siano state chiuse, lo scorso anno sono state 14 le persone ad aver perso la vita sul lavoro, 2 in più rispetto al 2019, 5 delle quali causate dal covid (2 a Rimini, 3 nella provincia di Ravenna e nessuno a Forlì Cesena). Nella provincia di Rimini sono stati 4 i decessi per infortunio sul posto di lavoro, 5 a Ravenna e 5 a Forlì-Cesena. Rimini vede purtroppo peggiorare dal 2018 il suo indice di rischio di infortuni mortali, passando dall’ultimo posto in regione, quando registrò il numero più basso di infortuni mortali, al quinto nel 2020. Infatti, mentre nel 2018 la provincia di Rimini registrava un indice di rischio molto basso, del 0,7 ogni 100 mila abitanti, nel 2019 è aumentato a 1,3 fino ad arrivare a 2,7 nel 2020. Il rischio di avere infortuni mortali in Romagna rimane però più basso rispetto alla media regionale e nazionale, che registrano rispettivamente 3,1 infortuni ogni 100 mila lavoratori e 3,4 il dato nazionale, mentre si ferma a 2,8 in Romagna.

Non sono confortanti i primi dati del 2021. Analizzando infatti i primi sette mesi di quest’anno si evince che in tutte le provincie romagnole c’è un aumento degli infortuni: Forlì-Cesena 3883 infortuni nel periodo gennaio-luglio 2021 contro i 3444 dello stesso periodo del 2020; Ravenna 3511 contro i 3048 e Rimini 2491 contro i 2218.

“Sappiamo bene - chiarisce Marinelli - che quella degli infortuni è una “guerra silenziosa” perché purtroppo non sempre gli infortuni rientrano nelle statistiche Inail perché non vengono denunciati. A nostro avviso positivo è anche l’inasprimento delle sanzioni previste per le aziende che non rispettano le normative sulla sicurezza. E’ necessaria una strategia nazionale su salute e sicurezza sul lavoro, che da sempre manca in Italia. Continueremo ad adoperarci affinché sia garantita ad ogni lavoratrice e lavoratore, regolarità sul piano contrattuale, legalità, rispetto e centralità della persona e adeguata organizzazione del lavoro, agendo sui diversi piani di intervento, in tutti i settori e attraverso l’impegno diversificato, sul livello nazionale, nei territori e in ogni realtà lavorativa per fermare la strage sui luoghi di lavoro.