C’erano le mamme che fingevano la puntata, i papà abili nel destreggiare le tre campanelle e 3 ragazzine sveglie di circa 15 anni - presumibilmente le figlie - intorno al tavolino rudimentale fatto di cartoni, che formavano una delle cosiddette ‘batterie di pallinari’. Tutti, fingendo di non conoscersi, erano intenti a mettere in scena il teatrino del gioco/truffa delle tre palline. Quando ieri sera su viale Vespucci le due presunte famiglie, provenienti dall’est Europa, hanno capito che erano sotto il controllo degli agenti in borghese, si sono allontanate insieme alle ragazzine, facendo perdere le proprie tracce fra la folla. Un sospetto - quello che si trattasse di 2 famiglie - confermato anche più tardi, quando sono stati rivisti insieme in un locale, probabilmente in attesa di riposizionarsi e riproporre la loro illecita attività. Ben vestiti, tutti giovani con l’abbigliamento e il modo di fare da turisti, per confondersi completamente e riuscire meglio ad ingannare i potenziali clienti. Diventano sempre più insospettabili e si affinano le tecniche usate da queste persone che si ingegnano per invogliare i turisti a fare la puntata decisiva per poi sparire nel nulla.
Il servizio di controllo di ieri sera, finalizzato al contrasto del fenomeno del gioco/truffa delle tre palline, è solo l’ultimo dei tanti servizi che la Polizia Locale di Rimini ha messo in campo dall’inizio dell’estate ad oggi. Un'attività legata alla sicurezza urbana che finora ha registrato numeri importanti se si pensa che in circa 20 servizi serali, dedicati esclusivamente a questo tipo di contrasto, sono state verbalizzate oltre 100 sanzioni da 1000 euro ciascuna, come prevede l’art. 3 del Regolamento dio Polizia Urbana che punisce chi “organizza, in luogo pubblico o aperto al pubblico, il gioco di abilità cosiddetto delle tre campanelle o delle tre carte o simili”.
Una procedura amministrativa che non riesce però a punire seriamente questo comportamento illecito in quanto una sentenza della Cassazione ha stabilito che il gioco delle tre campanelle, non è da considerarsi come un reato, perché definito “gioco di abilità”. Il fatto che i giudici non abbiano riconosciuto in questo tipo di attività la forma del raggiro o della truffa - ai danni di chi accetta di partecipare - pone la questione su un piano che dal punto di vista del contrasto è più difficoltoso da gestire e arginare. Una difficoltà a cui si aggiunge anche l’impossibilità del sequestro del denaro proveniente dall’illecito, in quanto se non trovato sul tavolino - di solito è intascato velocemente poco prima del fermo - non può essere posto sotto sequestro.
“Oltre alla sanzione amministrativa prevista dal Regolamento di Polizia Urbana - precisa Jamil Sadegholvaad Assessore alla Sicurezza - con la preziosa collaborazione della Questura, stiamo facendo preparare i fogli di via che nei prossimi giorni saranno notificati a tutte le persone fermate finora. Una procedura già prevista dalla legge per esercitare la possibilità dell’allontanamento, ovvero l’obbligo di non dimorare sul territorio comunale. Si tratta di una procedura che sta definendo la Polizia di Stato a seguito dei dati delle verbalizzazioni forniti dalla Polizia Locale. Un ordine di abbandonare subito li territorio che, nel caso disatteso, consentirebbe alle forze di polizia di avere uno strumento d’azione in più, nel senso che poi è possibile fare una denuncia per l’inottemperanza di un ordine impartito dalla pubblica sicurezza. Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta la Questura e tutte le Forze dell’Ordine per la collaborazione ed il prezioso contributo con il nostro corpo di Polizia Locale nel tentativo di risolvere questo problema di sicurezza urbana difficile da arginare anche perché non viene classificato come una truffa ma solo come un gioco di abilità”.