Cronaca 10:30 | 05/09/2020 - Rimini

"La Festa che non c'è", 12 settembre Borgo San Giuliano

Nasce «La Festa che non c’è». Una ‘non Festa’ per offrire un’occasione di incontro e fare memoria grata del passato, guardando al futuro, all’interno di un Borgo liberato dalle macchine e abbellito con i nuovi murales, che resteranno come gli altri già esistenti, patrimonio dell’intera città.

Il titolo «Fellini e il suo borgo, hanno detto gli organizzatori, era stato pensato per l’edizione 2020 della Festa de Borg, sul quale si era iniziato a lavorare già dallo scorso anno. Tema inevitabile, visto il centenario felliniano, ma volutamente forzato e non privo di vena ironica. 

Infatti dal punto di vista prettamente storico, Fellini con il Borgo San Giuliano non c’entra nulla, non ci ha mai abitato, né lo ha vissuto. Mentre nell’opinione pubblica è ormai assodato che tra questi vicoli, si possono rivivere le atmosfere raccontate in Amarcord.

Fin dalle prime edizioni, la Festa de Borg ha tratto spunto dalle suggestioni felliniane, seminando omaggi al regista tra allestimenti, spettacoli, murales, che inevitabilmente hanno finito per creare questo binomio e lasciar traccia nella memoria collettiva.

«La Festa che non c’è» viaggia su un doppio binario: l’omaggio a Fellini con i nuovi murales, la presentazione del nuovo libro di Panozzo, il contest #fellinifakehome, il racconto della nostra comunità, col recupero dei murales di Mauro Dallonda, il documentario «E Borg che patachédi» della regista riminese Alessandra Gori, già allieva del Maestro Olmi, la collezione dei manifesti della Festa de Borg, un patrimonio di ‘borghigianità e riminesità doc’, e altre piccole sorprese.

 

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