Per la giornata di protezione di biodiversita’ e avifauna, Basta Plastica in MARE ha organizzato una visita guidata di conoscenza con gli esperti nell’area delle colonie abbandonate, tra Bolognese e Reggiana in Comune di Rimini, fino alla foce del Marano, già in Comune di Riccione, raccogliendo la conferma sul patrimonio naturale che quell’estensione di terra può rappresentare per entrambe le città: cittadini stanziali, abitanti e operatori turistici, ospiti delle due città balneari. La delegazione dell’associazione Basta Plastica in Mare è stata guidata da Loris Bagli, naturalista e botanico, studioso in particolare di quella di terra di confine tra Rimini e Riccione, e Marco Zaoli, architetto pianificatore e paesaggista, docente UniBo, consulente dell’associazione, tra gli altri Manuela Fabbri e Massimo Fusini presidente e vice dell’Aps.
Bagli e Zaoli hanno condiviso la necessità di preservare quel vasto territorio di grande interesse ecologico che conserva alcune zone integre, dune spontanee e piante rare: da mare e spiaggia fino al territorio in parte verde e in parte urbanizzato che si estende, ricco di biodiversità, a monte dalla foce del corso d’acqua, tra le colonie Bolognese e Novarese e la struttura abbandonata delle Conchiglie. Si tratta di una vasta area in parte abusata e degradata considerata priva di attrattive dalle due amministrazioni. Sono stati notati i due esempi lampanti: 1. a monte della strada provinciale la concessione data da Riccione anni fa a una pista di ko-cart (avrebbe dovuto essere temporanea, è diventata stabile); 2. nell’ampia spiaggia libera della Bolognese il fratino si era riprodotto, grazie a una femmina proveniente da Cervia, sparita lei e i pulli depositati, dopo il BeachArena dello scorso anno: “Sono rimasti due i maschi – ci dice Roberta Corsi di Asoer Emilia-Romagna, ieri in visita con due scolaresche – dunque nessuna riproduzione è in atto: i fratini purtroppo non sono protetti dagli eventi, sabato 25 maggio è collocata lì l’aquilonata del Palloncino Rosso”.
“Il piano provinciale d’ambito territoriale - riconosce Zaoli - ha posto in evidenza l’importanza della zona umida intorno al Marano – che va decisamente protetta da ulteriore antropizzazione, pianificandola per contrastare: erosione, innalzamento del mare e del clima.” L’allarme è dato secondo gli esperti poiché è habitat di grande valore collettivo ecologico per intere comunità che le istituzioni dovrebbero saper proteggere, con regole che lo preservino dal rischio speculazione edilizia ed economica. Invece Riccione non si è ancora espressa e il Piano dell’Arenile del Riminese non se ne è occupato con sufficiente chiarezza. Va detto ciò anche alla luce del fatto che sia le Conchiglie che la Colonia Bolognese sono state acquistate all’asta da imprese alberghiere, e che la volontà del Comune di Rimini è di vendere anche la Novarese, di proprietà pubblica, un patrimonio collettivo insieme a Terme di Rimini.
La missione che l’associazione BPinMare si prefigge, è di proteggere le spiagge ancora libere, il mare e le aree costiere, dove ancora possono essere conservate le dune e va lasciata crescere, permettendo che la natura se ne riappropri, la vegetazione spontanea. Si tratta del passo successivo alle idee e le azioni messe in campo nell’incontro scientifico a più voci di PORTOparty, al Raockisland il 13 aprile.
Per proteggere quel luogo ancora naturale dai grandi eventi, l’Basta Plastica in Mare prosegue la sua campagna di pubblica utilità e intende promuovere una convenzione tra università, associazionismo e istituzioni, imprese pubbliche e private. A questo scopo è finalizzata la raccolta fondi che, anche attraverso il crowdfunding, finanzierà lo studio di fattibilità di un team misto proveniente dalle università di Ferrara e Bologna e di giovani aderenti all’associazione professionale Generazione Mare, laureati in Luiss e Politecnico di Milano.
Si tratta di un progetto già in parte finanziato da uno dei due Premi di Laurea e di Ricerca di 7.000 euro rivolto ai neolaureati nel Campus riminese di UniBO, stanziato da Basta Plastica in Mare e intitolato all’imprenditore alberghiero riminese Alessandro Massani. L’obiettivo è infatti la qualificazione del turismo in direzione della sostenibilità ambientale che egli già desiderava, previsto dal marketing oriented turistico innovativo più lungimirante: conservare gli habitat naturali, soprattutto quelli rari rimasti in territori eccessivamente antropizzati come i nostri, non può che essere un’ulteriore preziosa offerta rivolta agli ospiti più esigenti. Che se proviene dalle due principali città balneari della Costa Romagnola, le quali in quanto differenziare l’offerta per target group e stili di vita se ne intendono, diventa una ricchezza ambientale e un fiore all’occhiello per noi tutti.