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Cronaca 12:23 | 18/06/2018 - Rimini

L'emozione di entrare nel cantiere del "Galli"

Quella di ieri stata una bellissima domenica d’estate e al mare si stava “da Dio”. Sole, venticello fresco, gente quel tanto che basta, acqua pulita…
Insomma l’idea di recarmi in centro per partecipare alla visita guidata al cantiere del Galli alle quattro del pomeriggio non è che proprio proprio mi entusiasmasse, diciamo così, analizzata dalla prospettiva del mio lettino in prima fila. Ma tant’è. L’avevo prenotata via mail all’indirizzo dedicato, ormai due settimane prima e, in maniera puntuale e gentile, avevo ottenuto una risposta da parte del Comune nella quale mi si informava che per domenica 10 giugno i posti erano terminati ma che mi avrebbero volentieri “segnato” per domenica 17. Ieri, appunto. Tra l’altro sono molto curiosa e l’idea di vedere il Galli in anteprima mi stuzzicava parecchio. Inoltre, avevo promesso a Geronimo (boccaccia mia!) un mini reportage della visita e così, preso il coraggio a quattro mani, mi sono rivestita, lavata i piedi alla fontanella e avviata verso “la città”. Gli amici “Vai già via?” “Vado al Galli a fare la visita guidata” “Osta te!”. Arrivata in piazza Cavour, sono entrata dall’ingresso principale dove c’erano gli splendidi ragazzi di Mare di Libri con le loro magliette blu e le belle facce, che mi hanno detto di recarmi all’ingresso posteriore: “Passa da destra, fai prima”. Dietro era tutta una fila di gente, riminesi, visitatori, anche turisti che stavano entrando nel cantiere attraverso un percorso delineato da transenne. Saliamo la scala di ferro “Attenzione ai gradini!!” e ci troviamo dentro. L’entrata non sarà quella definitiva. In pratica verrà ripristinato il foyer dalla piazza, sotto i portici. Quindi il nostro gruppo è entrato, possiamo dire, direttamente “in scena” o meglio dietro le quinte di quello che sarà il grande palco. Rimango impressionata dai colori bianco e oro delle pareti che svettano sotto le transenne e rendono l’ambiente autorevole e gentile al tempo stesso. Mi metto a scattare foto che non vengono benissimo (tanto per cambiare) e, tutto ad un tratto parte una registrazione. “Benvenuti” e via con la storia di questo meraviglioso edificio. La città di Rimini volle questa grande opera come segno di appartenenza alla cultura risorgimentale della nascente italia ma anche interpretando i riflessi della cultura europea nata dall’Illuminismo. Il 15 maggio 1841 dopo una serie di progetti elaborati da professionisti locali, viene incaricato del progetto per la realizzazione del nuovo teatro di Rimini, l’architetto Luigi Poletti, illustre esponente della professione legato alla scuola neoclassica purista romana, avendo egli studiato nella Città Eterna ed in seguito avendo egli elaborato un proprio linguaggio di superamento dello stile purista. Poletti progetta un teatro all’italiana ma con alcune significative varianti: la sala teatrale è disposta in 3 ordini di palchi e ciascun ordine in 23 palchi a cui si aggiunge il quarto ordine formato da un’ampia loggia a gradonate. Le scelte architettoniche introdotte da Poletti fanno sì che il teatro di Rimini sia uno dei più maestosi dell’epoca. Il teatro non ha il palco reale che rappresentava il segno del potere esterno nella città. Poletti volle mantenere il senso più profondo di comunità. Le istanze illuministe sono rappresentate
dalle ampie scale circolari del foyer, realizzate in base alle norme di sicurezza dell’epoca.

L’architettura e il decoro nel loro insieme sono il frutto della sperimentazione neoclassica rinforzata da alcune attenzioni funzionali mentre la maestosità della facciata, il foyer, la sala della musica, il palcoscenico posero il teatro all’attenzione del mondo. Un teatro straordinariamente importante per il suo tempo, un teatro da capitale che si è subito conquistato sul campo il più emozionante dei riconoscimenti, quello che gli è stato conferito da Giuseppe Verdi che scrisse appositamente L’ Aroldo per l’inaugurazione ufficiale il 16 Agosto 1857, cosa che non aveva mai fatto prima. Verdi scelse di soggiornare per un mese a Rimini, in una città attraversata da fermenti insieme a Giuseppina Stepponi, Angelo Piane intrattenendo relazioni con melomani, e una cittadinanza adorante. Tutto questo nasceva a Rimini di pari passo con il turismo al di fuori delle rotte classiche del Gran Tour di formazione. Il 1843 oltre che l’anno del primo stabilimento privilegiato dei bagni fu anche l’anno di inizio di costruzione del teatro. Comincia allora a delinearsi un binomio che vede il mare e le cure del corpo, abbinati al divertimento, la musica e la cultura. Il 17 marzo 1843 vengono consegnati i lavori all’appaltatore Pietro Bellini di Rimini. Nell’estate 1857 la grande inaugurazione con l’emozione che ci possiamo immaginare e che sarà così diversa e così uguale a quella che tutti i Riminesi si preparano a vivere con la nuova grande vernice prevista per novembre. Venerdì uscirà il programma, sappiamo di certo che il nostro teatro ospiterà la Sagra malatestiana e la Stagione. Non sappiamo molto altro… i lavori non sono proprio avantissimo e si rischia di arrivare proprio a ridosso. Ci sarà una grande inaugurazione?
Sarebbe bello, rispondono dal Comune ma non si sa se e quando. Moltissime persone hanno partecipato alle visite guidate, 700 la scorsa domenica e circa altrettante ieri. Il Galli è già parte di noi. Ora ci sono quei circa 810 posti da riempire. Speriamo che la città sia reattiva nella partecipazione alla cultura e nel mettere mano al portafogli!

Roberta Sapio