“È arrivato il maestro, per domani, un tavolo con la solita pasta e fagioli”. Erano queste le parole di Pietro Arpesella, quando chiamava il ristorante “Grotta Rossa”, non appena Giulietta Masina e Federico Fellini arrivavano al Grand Hotel. Una consueta telefonata che, Tarcisio, titolare del ristorante, ricorda avveniva di tanto in tanto, nei primi anni ’90. Ogni volta che il Maestro arrivava in città.
Ma la storia del ristorante “Grotta Rossa” comincia molto prima, nel 1897, quando cioè il vecchio ristorante, con il medesimo nome, serviva sangiovese, salame e formaggi ai viandanti che andavano e venivano da San Marino e che fermavano i loro cavalli all’abbeveratoio, situato nella piazzetta antistante, dove adesso c’è un distributore di carburante.
Il locale ha dato anche il nome a tutta la zona, in quanto è posizionato su un terrapieno, dove poco lontano sbucavano gli accessi a due grotte, che portavano alla collina di Covignano. Antiche gallerie, utilizzate poi anche come rifugio durante la guerra, dalle quali, durante le piogge, fuoriusciva uno scolo rossastro, in quanto l’acqua piovana prendeva il colore della terra rossa. Da lì il nome del locale “Grotta Rossa” che si è esteso a tutto il quartiere.
Dopo tutti questi anni e alcuni passaggi di gestione, il ristorante “Grotta Rossa”, in via della Grotta Rossa 13, diventa Bottega storica. Conosciuto da ogni generazione riminese, l’attività è adesso gestita da Simone e Cristian, figli di Tarcisio, che continuano a proporre una cucina romagnola genuina con pasta fresca fatta in casa tutti i giorni, come avveniva una volta.
L’altra attività storica del territorio che riceve il prestigioso riconoscimento dal Comune di Rimini è “La Casina del Bosco”, a Marina Centro, in via Beccadelli, 15. Un locale che, negli anni, è stato menzionato e citato dalle più note e diffuse riviste nazionali e internazionali, come “Build”, “Herald Tribune”, “Gente”, “Donna Moderna” e “Dove”, e che viene menzionato anche nel libro “Mi manca la tua voce”, un racconto biografico di una turista milanese, assidua frequentatrice della riviera.
Oggi la “Casina del Bosco” è una conosciutissima piadineria, ma alla fine degli anni ’40 era un celebre dancing dove, sotto la stessa insegna che c’è ancora oggi, si ballava il liscio. Trasformato più tardi in bar, è sempre continuata comunque la tradizionale somministrazione di alimenti e bevande e la vendita della piadina romagnola. Un’attività che ha resistito fino ad oggi, nella medesima posizione centralissima di Marina Centro, dove viene proposta una piadina romagnola con le stesse tradizionali caratteristiche di qualità, selezione dei prodotti e modalità di preparazione.
Dopo diverse gestioni è subentrata, dal ’95, Barbara Casali, l’attuale titolare, che gestisce il locale insieme al marito Aris, la mamma Adele, i figli e tanti collaboratori.
Oggi “La Casina del Bosco”, con la stessa insegna del dancing, modificata soltanto nel colore ma recante lo stesso logo, è un locale frequentato non solo da turisti ma anche da tanti riminesi, come avveniva una volta.
Entrambe le attività, l’Osteria “Grotta Rossa” e “La Casina del Bosco”, che aderiscono a Confcommercio, sono diventate rispettivamente la 91ª e la 92ª Bottega Storica del Comune di Rimini. Questa mattina l’Assessore alle attività economiche Juri Magrini, accompagnato da Gianni Indino, presidente di Confcommercio, hanno fatto visita alle due attività per la consegna ufficiale della targa e per complimentarsi dell’avvenuta iscrizione nel prestigioso Albo comunale.
Un Albo ideato a Rimini in seguito all’approvazione della legge sulla “Promozione e valorizzazione delle botteghe storiche”, che offre l’opportunità alle attività con i requisiti di fregiarsi del riconoscimento di ‘bottega storica’. Per ottenere l’iscrizione è necessario soddisfare tre condizioni principali: 1. Svolgimento da almeno 50 anni continuativi della stessa attività, nello stesso locale (o area pubblica) e con le stesse caratteristiche originarie. 2. Radicamento nel tempo dell'attività, evidenziato da un "collegamento funzionale e strutturale degli arredi con l'attività svolta". 3. Caratteristiche esteriori proprie della "Bottega Storica": nei locali o nell'area devono essere presenti "elementi di particolare interesse storico, artistico, architettonico e ambientale", oppure "elementi particolarmente significativi per la tradizione e la cultura del luogo”.