Sabato 26 giugno, alle 21.30, il Teatro degli Atti di Rimini ospita l’ultima tappa della rassegna Anticorpi – La cultura contro le mafie. A chiudere la manifestazione, organizzata dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata della Provincia di Rimini, è Nera semenza, un evento unico ideato in occasione del centenario della nascita di Leonardo Sciascia (ingresso libero, prenotazione obbligatoria).
Protagonista di questo spettacolo che abbina letteratura, musica, teatro e arti visive è Dany Greggio, attore, musicista e performer che ha all’attivo una lunga esperienza con i Motus. In scena Greggio scompone e riassembla un testo cardine della letteratura italiana contemporanea, Il giorno della civetta, a sessant’anni esatti dalla prima pubblicazione. Il risultato è una lettura scenica in forma di concerto, avvolta dagli ipnotici paesaggi sonori dei San Leo e da un live painting di Andrea Mantani e del collettivo Destroy Brandina, un vero e proprio affresco visivo in azione.
Voci, suoni e immagini si intrecciano accompagnandoci nelle faticose indagini del capitano Bellodi, impegnato a risolvere un delitto di mafia e destinato a scoperchiare un segreto molto più grande di quanto credesse. Tra silenzi e menzogne, la verità sembra a tratti un miraggio irraggiungibile e pericoloso. Come dice nel romanzo il padrino don Mariano Arena al capitano Bellodi, “la verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né sole né luna, c’è la verità”. Considerazioni amare ma ancora attuali, utili per riflettere sul ruolo delle mafie nel nostro Paese.
Lo spettacolo, a cura di Riccione Teatro, è una produzione originale dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata della provincia di Rimini. La comunicazione si avvale di due illustrazioni originali di Andrea Mantani e Luisina Ilardo, del collettivo Destroy Brandina, ispirate ad alcuni passaggi de "Il giorno della civetta". Protagonista delle illustrazioni è un temibile mastino circondato di neri fogli volanti, a raffigurare quelli che Sciascia chiama il “cane della legge” e la “nera semenza”, il capo della polizia e le misteriose scritture che alimentano le sue indagini.