Riceviamo dal Comitato per la Valmarecchia. "È ormai provata la presenza di amianto sul cantiere, dove fino a marzo si è operato come se l'agente cancerogeno non ci fosse. Alla Cavallara è comparso l’amianto "che non c’era". Quando sono iniziati i lavori di demolizione dei vecchi capannoni presenti nel territorio del Comune di Maiolo per realizzare il nuovo allevamento intensivo Fileni, la ditta non ha previsto alcun intervento legato alla rimozione in sicurezza di una sostanza pericolosa che nel nostro Paese è stata messa al bando trent’anni fa. Alcuni cittadini e attivisti del Comitato avevano lavorato all’interno del vecchio allevamento ed erano consapevoli della presenza del minerale. Per questo la possibile presenza di amianto è stata segnalata alle autorità competenti, mentre l’azienda Fileni e tutti gli enti coinvolti nell’iter autorizzativo non avevano assolutamente preso in considerazione il problema.
Riprendiamo dal sito del ministero della Salute: “La presenza delle fibre di amianto nell’ambiente comporta inevitabilmente dei danni a carico della salute, anche in presenza di pochi elementi fibrosi. È un agente cancerogeno. Particolarmente nocivo per la salute è il fibrocemento (meglio conosciuto come ‘eternit’), una mistura di amianto e cemento particolarmente friabile e quindi soggetta a danneggiamento o frantumazione.
I rischi maggiori sono legati alla presenza delle fibre nell’aria”.
A questo punto ci chiediamo se nelle macerie triturate dalla ditta Fabbri di San Leo ed utilizzate per tirar su i terrapieni che ospitano i nuovi capannoni ci sia amianto. Chiediamo conto non solo per i cittadini della Valmarecchia ma anche per la salute degli operai, che abbiamo visto lavorare in cantiere senza adeguati dispositivi di sicurezza.
Noi, arrivati a questo punto, abbiamo ancor meno fiducia che Fileni possa rispettare qualsiasi misura legata alla salute e all’ambiente indicata nell’autorizzazione regionale".
Cronaca
20:05 - Romagna