Correva l’anno 2016, tempo di elezioni amministrative a Rimini, il clima politico in città era in pieno fermento, Andrea Gnassi si ripresentava alla città dopo il suo primo mandato e non era tanto scontato che venisse rieletto, soffiava un vento di cambiamento. Tra le forze politiche che maggiormente potevano soffiare la poltrona a Gnassi c’era il Movimento 5 Stelle. Ma proprio il Movimento si autoescluse dalla competizione elettorale.
Andiamo con ordine, nel 2016 ci sono state le elezioni amministrative per eleggere il Sindaco di Rimini, le regole del Movimento prevedevano che chiunque poteva presentare una lista e doveva attendere la certificazione da parte del Movimento stesso. A Rimini furono presentate due liste, una “sponsorizzata” da Giulia Sarti, Raffaella Sensoli, Marco Affronte ed altri, ricordo bene le foto sulle scale di palazzo Garampi con tanto di simbolo e con tanto di nome e cognome del candidato, e l’altra lista “sponsorizzata” da un gruppo di persone simpatizzanti ed attivisti del Movimento riminese. Tralascio per pudore gli insulti lanciati da certi personaggi, e scoppiò il caso di dossieraggio e promesse di poltrone. Grassi e Ghinelli, come riportato dai giornali, raccontano episodi che spingono il Questore a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica di Rimini ed al Ministero degli Interni, nel contempo il 7 marzo scattano le sanzioni nei confronti dell’Ispettore Superiore dott. Andrea Goffi e dell’Assistente Capo Coordinatore dott. Paolo Balducci, eh si sono loro i due poliziotti incriminati.
L’Onorevole Giulia Sarti interviene con un post su FB dell’11 marzo affermando che ringrazia il Questore per la celerità di azione a tutela del Movimento e dello Stato (sintesi), esprimendosi in modo sottinteso, di fatto condannando i due poliziotti. Ci si sarebbe aspettata una presa di posizione più cauta. Il 12 marzo la Procura, letti gli atti, dichiarava che non c’era rilevanza penale, tutti gli attori coinvolti in questa vicenda avevano, sin dalle prime ore, tutti gli elementi oggettivi per archiviare immediatamente la questione, ma si vede che a qualcuno ha fatto comodo cavalcare questa situazione compreso Andrea Gnassi, che insieme ad altri urlava allo scandalo di dossieraggio. Il giorno dopo lo stesso candidato Grassi, secondo i giornali, puntualizzava le dichiarazioni e/o notizie di stampa dei giorni precedenti. Insomma per capirci un intrecciarsi di dichiarazioni, azioni ed atteggiamenti che alla fine ha ottenuto come risultato la non certificazione di nessuna lista del M5S a Rimini oltre ad inguaiare due persone perbene ed oneste.
Ed arriviamo alla fine di questa vicenda. L’Ispettore Superiore dott. Andrea Goffi è stato assolto in via definitiva dal Consiglio di Stato, ma non ancora reintegrato effettivamente, e non se ne comprende il perché, di fatto il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza di primo grado, mentre per l’Assistente Capo Coordinatore dott. Paolo Balducci, non essendoci stato un danno economico, seppur sanzionato, ma a Roma pare che il fascicolo non sia mai arrivato, tutto si è chiuso positivamente già presso il Tar di Bologna.
Certamente tutta questa situazione poteva essere meglio gestita, a parere dello scrivente, da parte del Questore Improta, dei potenziali candidati e dei rappresentati istituzionali, ma questo non è accaduto. Io personalmente sono stato convocato due volte in Questura ed una volta in Procura come persona informata sui fatti ed era chiaro sin dall’inizio che le sanzioni contestate ai due poliziotti erano infondate, ci sono voluti mesi d’indagine e delle sentenze per dire quello che tutti sapevamo in partenza.
Leonardo Carmine Pistillo
Cronaca
10:13 | 17/11/2018 - Rimini