“Prima di tutto grazie, a tutti coloro che in vari modi hanno contribuito a questo percorso che oggi ha vissuto un momento emozionante e intenso con la presentazione del dossier di candidatura di Rimini capitale italiana della cultura 2026 alla giuria. Siamo orgogliosi: del lavoro fatto, dell’idea di futuro che abbiamo proposto, fortemente incardinata sul protagonismo delle nuove generazioni. Orgogliosi di aver presentato una Romagna unita, oltre la forma e la facciata. Un territorio capace di valorizzare i propri campanili superandoli allo stesso tempo attraverso un progetto comune. Un territorio eterogeneo ma con una unica forte identità culturale. A prescindere dall’esito della selezione, questo percorso conferma le grandi potenzialità e capacità della Romagna di guardare al futuro insieme”.
Così il sindaco Jamil Sadegholvaad a chiusura della giornata che ha visto Rimini e la Romagna protagoniste alla Sala Spadolini del Ministero della Cultura, sede delle audizioni che da ieri ha visto le dieci città finalista esporre i propri programmi, idee e azioni.
Alle 11.30 è iniziata l’audizione di Rimini, con le parole del sindaco Sadegholvaad. “Grazie alla commissione per questa opportunità, offerta a Rimini e alla Romagna intera. Corriamo sotto le insegne di un motto: Vieni Oltre. A Rimini il desiderio di conoscenza, la curiosità verso gli altri ci fa ogni volta alzare i piedi per guardare cosa c’è oltre il limite del presente. Una storia importante e anticonformista quella di Rimini, dove la dialettica tra contraddizioni, vere o apparenti, e tra gli stessi stereotipi ha alimentato il terreno di una perenne spinta verso il futuro. Il dossier di candidatura ne è perfetta impronta digitale. Questa candidatura è un atto collettivo di volontà e ragione, di sinergia strategica tra territori amministrativamente anche differenti, che sanno essere uniti non solo nel momento del bisogno ma nel quotidiano impegno a favore delle proprie Comunità. Lo dico con orgoglio infinito e, forse, con una punta di immodestia ma la Romagna da sempre contribuisce e contribuirà da protagonista alla crescita di questo Paese”.
Lo sguardo verso le nuove generazioni incarnato negli occhi e nelle parole di Diletta Casali, volto del video realizzato e presentato a sintesi di questo percorso iniziato mesi fa. “Sono onorata ed emozionata – ha esordito Diletta Casali – Noi giovani amiamo Rimini perché ci permette di creare solide radici e di sviluppare la consapevolezza che sarà sempre punto di riferimento e una casa. Rimini è letteralmente e metaforicamente un mare dove ognuno può trovare il suo posto, in cui si creano infinite reti di relazioni vere. Rimini per noi è un luogo di incontri con i riminesi di una volta, con chi siamo noi oggi e con chi vorremmo essere in futuro. Noi vogliamo essere accompagnati, ed è ciò che si propone questo progetto, ma anche liberi di esprimerci, di essere noi i protagonisti della nostra città. A partire da questa tappa ha un lungo percorso alle spalle e tanto ne ha ancora davanti. Con questa candidatura vorremmo che la nostra voce fosse ascoltata, per costruire il nostro futuro qui e ora. I giorni scorsi abbiamo presentato un questionario in collaborazione con l’università rivolto agli under 30. La prima domanda era se si era conoscenza della candidatura e del dossier di Rimini. Il 90% ha risposto sì. Quel sì è la nostra voglia di rispondere alle sfide che la città e il futuro ci propone. Diciamo Vieni Oltre”.
E’ stata poi la volta delle due direttrici artistiche di candidatura, Francesca Bertoglio e Cristina Carlini. “L’amore che ha Diletta per la sua città l’abbiamo incontrato continuamente – Francesca Bertoglio - ed è un amore ricambiato. Lo abbiamo incontrato nei giorni di percorso partecipato che abbiamo condotto con centinaia di persone di ogni età, professione, estrazione sociale. E i giovani? Mai incontrati così tanti giovani innamorati della loro città in maniera così potente, consapevoli magari di dover fare una ‘volo’ fuori, ma con la consapevolezza e con il desiderio di tornare. Questo è stato un percorso partecipato, Rimini è allenata al percorso partecipativo, ne fa un modello da 15 anni. Rimini è una città che ha un immaginario potentissimo, giovane, dinamico e creativo. Pupi Avati che parla di habitat. Siamo davvero di fronte ad una forza creativa che ha nel Dna, come essere generativi ed ispirazionali. Vieni oltre non avere paura, mescolati con la nostra capacità di creare, creiamo insieme nuovi immaginari. Mettiamo a disposizione questa energia giovane, abbiamo un territorio che ha eccellenze. I giovani che vogliono tornare in questa città, ai giovani che vogliono essere protagonisti: a loro diamo le redini”.
“Rimini capitale vuole essere laboratorio di sperimentazione, dove le nuove generazioni della Romagna e di tutta Italia saranno invitate a sperimentare e innovare – ha sottolineato Cristina Carlini - Parleremo di un grattacielo dove convivono 18 differenti nazionalità, di una costa italiana del 2126 che affronta un innalzamento della temperatura di 3 gradi, raccoglieremo VHS e vecchi filmini da chiunque li abbia nel mondo per creare una grande opera collettiva, racconteremo la storia e il futuro di una spiaggia e dei corpi che l’hanno abitata, canteremo e balleremo passando dall’italodisco al liscio e poi ai ritmi e alle contaminazioni contemporanee. Useremo la tecnologia per esplorare la casa di un chirurgo dell’antichità, porteremo gli artisti dentro le aziende per cambiare punto di vista sul lavoro, apriremo cantieri creativi e nuove filiere per moltiplicare la scintilla produttiva legata alla cultura, legheremo la Provincia e la Romagna con nuovi cammini, catene di luce e opere di street art. Sono progetti coraggiosi, dove abbiamo scelto di correre rischi e affrontare temi difficili e questioni non risolte. Tutto ciò è possibile perché Rimini da 15 anni ha costruito percorsi partecipativi e di coprogettazione con centinaia di cittadini, che hanno consegnato alla politica delle linee strategiche che affrontavano i problemi e rispondevano a necessità reali”.
“Curiosità, accoglienza e capacità di andare incontro all’altro sono le caratteristiche che da 45 anni distinguono il Meeting – sottolinea Emmanuele Forlani per il Meeting di Rimini – ed è anche l’occasione che dimostra come essere luogo di incontro e di vacanza non significhi assenza di proposta culturale, ma, al contrario, pienezza di contenuti. Per queste ragioni sosteniamo appieno e convintamente questo progetto”.
“Ci sono tre ragioni per cui la Regione Emilia Romagna sostiene questo progetto – spiega l’assessore Mauro Felicori - La prima è che è una candidatura generosa: Rimini subito dopo l’alluvione di maggio ha scelto e chiesto di allargare la proposta alla Romagna. La seconda è che è una candidatura sostenibile: pragmaticamente, non solo la Regione sarà impegnata finanziariamente a sostegno della capitale, ma tutte le nostre compagnie, il sistema museale e dello spettacolo lavoreranno per il programma culturale. La terza è che è una candidatura ambiziosa: c’è chi si candida per una medaglia, per avere un voto in pagella, Rimini si candida perché è una città che ha una vocazione globale”. Un intervento, chiuso sulle note emozionanti di Romagna Mia nella versione di Federico Mecozzi.
Nella seconda parte dell’audizione le domande dei commissari, con gli interventi anche del sindaco di Ravenna De Pascale in rappresentanza delle amministrazioni della Romagna che hanno sottoscritto il progetto di capitale, tutti presenti in sala: il sindaco di Faenza Massimo Isola, il sindaco di Lugo Davide Ranalli e gli assessori alla Cultura di Cesena e di Forlì Carlo Verona e Valerio Melandri, che si sono uniti al sindaco Sadegholvaad e a Diletta per l’appello finale, nel segno di una Romagna che unita insegue un sogno.