Renzo Crociati, Segretario generale FILLEA CGIL Rimini, interviene sul tema della ripresa del settore edile, con proposte per un futuro più sostenibile e verde.
Il settore delle Costruzioni, stando ai dati delle Casse Edili del territorio, manda segnali di ripresa. Lo si è visto già lo scorso anno, quando, nonostante la pandemia e il lockdown, è aumentato il numero dei dipendenti occupati nelle aziende edili.
Si passa, infatti, dai 3.790 lavoratori impegnati nel 2019 ai 4.002 nel 2020 con una sostanziale tenuta delle ore lavorate nei due periodi. Inoltre, confrontando il mese di dicembre 2019 con lo stesso mese 2020 cresce sia il numero dei lavoratori (+7%) che il numero delle ore lavorate (+ 8%).
Un dato positivo visto il trend a livello nazionale che ha registrato un calo di oltre il 10% delle ore lavorate nell’edilizia. Se poi consideriamo il numero dei lavori pubblici, in particolare nel Comune capoluogo, e gli effetti del super bonus del 110%, nel 2021 possiamo ben sperare in una ripresa del settore.
Abbiamo parlato di quantità, ma c’è ancora tanto da fare sia per incrementare ulteriormente il lavoro che per migliorarne la qualità nel rispetto dei diritti dei lavoratori.
Vanno in questa direzione i Protocolli sugli appalti edili siglati di recente con alcune Amministrazioni Comunali come quella di Rimini e Cattolica, un punto di partenza e non un traguardo da estendere a tutta la provincia, in particolare sulla messa in sicurezza rispetto al rischio sismico, sulla riduzione del consumo del suolo e sulle politiche di rigenerazione urbana.
Sono misure necessarie le verifiche sulla vulnerabilità sismica di tutti gli edifici strategici e gli studi
di microzonazione sismica ad opera dei Comuni, come previsto da delibere regionali in materia, per conoscere il territorio e programmare una corretta pianificazione urbanistica, che non dimentichi il perseguimento di finalità sociali.
La prevenzione rappresenta una duplice opportunità. Oltre al prioritario compito di evitare tragedie umane e materiali, infatti, può dare anche un significativo contributo ad un ulteriore rigenerazione dell’economia.
Nel piano del Lavoro 2020 della CGIL di Rimini viene ribadita la necessità di far compiere un salto di qualità alla contrattazione sociale e viene lanciata la proposta per la costituzione dell’Agenzia per lo Sviluppo Territoriale un luogo di confronto politico in grado di progettare e orientare lo sviluppo.
Pensando ad un futuro più sostenibile e verde ecco cosa proponiamo nel Piano del Lavoro 2020 per le politiche abitative e la rivitalizzazione del settore delle costruzioni:
- incentivare le ristrutturazioni immobiliari, mettendo in primo piano il risparmio energetico, con termo cappotti, infissi termici, ecc.;
- rendere gli edifici sempre più autonomi dal punto di vista energetico con la posa di pannelli solari sui tetti e sui lastrici, incentivare i tetti verdi e il ricircolo dell’acqua piovana e, soprattutto, mettere in sicurezza gli edifici dal punto di vista strutturale contro i rischi da terremoti e altri eventi estremi;
- censire gli immobili sfitti e le seconde case - le politiche abitative dovranno prevedere di rimettere in circolo sul mercato detti immobili con affitti calmierati o incentivarne la vendita;
- riqualificare gli immobili abbandonati integrandoli nel contesto esistente, con funzioni che siano utili e fruibili dal quartiere e dalla città stessa;
- ridurre il consumo di suolo abbassando gli indici di edificabilità, riutilizzando l’esistente e concedendo eventualmente aumenti di cubatura qualora l’intervento fosse finalizzato al miglioramento energetico e funzionale all’esistente;
- prevedere nuove costruzioni eco-sostenibili a basso costo per realizzare alloggi popolari e di emergenza, costruzioni che possano essere rimosse in futuro;
- costruire quartieri vivibili e integrati, con servizi e negozi, al resto della città e non quartieri dormitorio;
- fermo restando la necessità di dare risposte al fabbisogno esistente, le nuove case popolari non dovranno essere solo “popolari” ma abitazioni dove convivono più condizioni sociali, quindi miste, dotate di aree condominiali comuni;
- incentivare l’uso della domotica e l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Cosa proporre ai Comuni:
- incentivare i contratti concordati mettendo a disposizione risorse per aiuti a proprietari ed inquilini;
- un piano per la ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico e che presenti una sostanziale riqualificazione energetica;
- individuare aree per la realizzazione (per brevi periodi) di alloggi di emergenza a basso costo;
- acquisto di alloggi già pronti sul mercato da destinare a case popolari e a canone calmierato;
- istituire una cabina di regia per la realizzazione di progetti volti a intercettare eventuali finanziamenti statali e europei.
Siamo tutti in attesa di finanziamenti per ripartire dopo la pandemia e la dura crisi economica che l’ha preceduta, sarebbe giunto anche il momento di discutere in maniera trasparente e più ampia possibile di come e dove queste risorse verranno spese