Non parlerò più dell’antennone permaloso, non si può, siamo in Agosto, tutto è rimandato a settembre e l’ideona è posizionarlo sul campanile. Non c’è limite al peggio, ma le teste d’uovo hanno partorito anche questa boiata di fantozziana memoria.
Andiamo avanti, è tempo di passata di pomodoro. La migliore passata al mondo è quella che si ottiene dai pomodori di Passano. La famosa Passata di Passano. Ne parlava già Pellegrino Artusi da Frampula (1820-1911) nella “Scienza in cucina e l’arte del mangiare bene”, ma possiamo andare ancora più lontano quando gli spagnoli Signori di Coriano nel 600 cominciarono a far conoscere ai villici le proprietà di questo ortaggio originario del Messico e del Perù dove gli Inca e gli Aztechi lo chiamarono xitonatl (da cui l’inglese tomato). Ma colui che ha dato notorietà alla Passata di Passano è il Conte Fioraio, il babbo del N.H. Fabrizio Tordi. Si racconta, ma ormai è leggenda, che Diego Abatantuono - assiduo frequentatore del Ristorante “Il Castello” - ne fosse ghiottissimo e la pappa al pomodoro di denominazione tosco-romagnola era al tempo il suo piatto preferito.
Ma perché la Passata di Passano è così “eccezzziunale… veramente?” E’ la terra di Passano che la rende tale. La famosa “greda”, creta in italiano. Così un piccolo borgo cresciuti sotto la protezione del Beato Enrico d’Ungheria è diventato famoso nel mondo: le zucche di Marco Bianchi, l’inventore di Scollina, il Conte Fioraio, il Toro Bergamonti dell’azienda Crescentini, i Ragazzi di Romagna di Mario Monti, il Sangiovese Superiore di Sandro Santini, e la Passata di Passano di Anna Muscioni… cosa voler di più dalla vita? Una piada!
Rurali sempre
Enrico Santini