Il signore che vedete nella foto si chiama Riccardo Bianchini. A Rimini lo conoscono tutti, anche altrove se è per questo. Da sei anni, festeggiati ieri sera, la sua attività splende di luce propria in una delle zone che fino a quel momento era divenuta tra le più malfamate della città. All'inizio di viale Cesare Battisti, il viale che conduce alla stazione di Rimini, da tutto questo tempo sorge il ristorante "L'Artrov", un locale a conduzione familiare dove si mangia bene e soprattutto si sta bene tutti insieme. Riccardo, da solo, a prezzo di enormi sacrifici, di sforzi economici, di passione e sudore ha raccolto una sfida e l'ha vinta: lui, che è un uomo di sport ed è soprattutto un uomo abituato a lavorare sodo, decise a quell'epoca di cancellare il derelitto capanno di legno divenuto covo di sbandati, tossici, senzatetto e delinquenti trasformandolo in un ristorante fiore all'occhiello della città. Il tempo gli ha dato ragione e tutte le persone che lunedì sera, invitate per l'occasione, lo hanno festeggiato hanno espresso stima e riconoscimento perché pochi riescono come è riuscito lui. Solo chi lo conosce, chi lo ha visto combattere per ottenere ciò che voleva, chi lo ha visto soffrire di fronte alle avversità, chi lo apprezza ancora oggi come timoniere di un'attività e d'incontro unica nel suo genere può comprendere il senso di queste parole. Bianchini è uno che non molla mai, nemmeno quando ha tutto contro e nemmeno quando chi dovrebbe non farlo lo ignora. Noi, nel nostro piccolo, oggi diciamo che probabilmente ci sono pochi come lui che meriterebbero il Sigismondo d'Oro. Il riconoscimento che il Comune di solito destina ai migliori, ai più bravi, ai più generosi, ai più attivi, a coloro che sanno dare della città un'immagine positiva e bella.
Della festa di lunedì sera ci sono immagini, notizie e commenti che da ore rimbalzano sui quotidiani e sui gruppi social. C'era tanta gente: amici, professionisti, politici, giornalisti, c'era la musica, c'era il buon cibo, c'era quel senso di familiarità che solo lui riesce a trasmettere attraverso i suoi cari e i suoi dipendenti. Noi gli siamo grati. A tal punto che abbiamo deciso sia lui il primo destinatario di un pubblico riconoscimento che la nostra testata giornalistica intende attribuire a chi nel territorio è stato capace di distinguersi. Lo faremo presto e sarete tutti informati. E' un'idea che ci è appena venuta in mente, che vogliamo trasformare in un appuntameto annuale a cui dobbiamo ancora dare un nome. Ma, come detto, sappiamo già a chi consegnare il nostro premio: a Riccardo Bianchini e al suo locale. Perché sono queste le cose belle che meritano l'eco più vasta.