Una figlia giustamente preoccupata per il futuro dei suoi anziani genitori. Lei vive a Poggio Torriana, i suoi a Rimini. Ed è proprio lei a raccontarci con questo scritto quello che potrebbe succedere a suo padre e a sua madre. "Vorrei esporre la questione e appurare se esiste o meno una possibilità - dice - I miei genitori vivono da 48 anni nelle case popolari di Rimini. Ora è arrivata loro una lettera, la quale indica una data massima di 365 giorni per potere lasciare la casa in quanto entrambi non rientrano più nei parametri economici per potere rimanere. Detto ciò, mio padre ha 77 anni affetto da demenza senile certificata: ad andarlo a spostare significa aggravare il tutto, nel senso che in questo momento anche la panchina sotto casa per lui è un punto di riferimento. Mia madre soffre di depressione da anni certificata. In precedenza mio padre ha fatto l'operaio, mia madre non ha mai lavorato. Io non so più come fare, mi stanno tutti chiudendo le porte in faccia. Loro (l'Acer, ndr) la fanno semplice perché hanno una graduatoria da seguire. Ma mentre una volta queste case erano assegnate a persone con disagio economico, e anziani....ora? Gli anziani sbattuti fuori per incanalare famiglie marocchine con 8 figli?".
Fin qui lo sfogo della donna. La quale ha chiesto all'Acer (nella foto la sede riminese) spiegazioni circa lo sfratto entro un anno e si è sentita rispondere che "è una questione economica, i suoi genitori non rientrano più nei parametri d'accoglienza". Ma ora dove possono andare a finire un anziano affetto da demenza senile e sua moglie depressa?