Uno dei nomi più noti dell’imprenditoria romagnola e marchigiana. Così era conosciuto Italino Mulazzani, il costruttore 87enne morto all’ospedale San Salvatore di Pesaro dopo una lunga lotta contro il Covid che lo ha aggredito approfittando delle sue avverse condizioni di salute. Italino è stato al centro anche di un equivoco clamoroso. Qualcuno aveva reso noto che fosse deceduto addirittura un giorno prima di quanto successo, tanto da spingere il sindaco della città Marchigiana Matteo Ricci a diffondere una nota di cordoglio subito ritirata dopo che è arrivata la smentita del figlio Fabio. Purtroppo oggi c’è la conferma del suo decesso. Mulazzani, nella sua decennale attività di imprenditore edile, ha segnato la città di Pesaro: dal nuovo palasport della Torraccia, all’Iper Rossini, il cinema multisala sempre alla Torraccia e il nuovo tribunale. Ma anche a Rimini era conosciutissimo. In provincia ha realizzato grandi opere: a Cattolica il centro commerciale dove c’è la pasticceria Staccoli; a Riccione la trasformazione dell’ex albergo Smeraldo in Via Ceccarini; a Rimini il residence Primavera, il Colosseo, il Palazzetto dello sport RDS Stadium, la viabilità e gli accessi al centro commerciale Le Befane, la sede INAIL.
Titolare e gestore dell’hotel Baia Flaminia Resort finito all’asta dopo il fallimento della società decretato dal tribunale di Rimini. La crisi iniziata nel 2008, così come per quasi tutte le aziende edili riminesi, è stata devastante. Fra il 2012 e il 2013 Italino ha tentato in ogni modo di salvare l’azienda, ma il 4 dicembre 2013 venne dichiarata fallita.
Un uomo che ha segnato la storia imprenditoriale ed edile di Rimini. Alla famiglia i sentimenti del più vivo cordoglio.