Trattata come una schiava. Maltrattata, picchiata, insultata, persino presa a botte sulla pancia quando era incinta. Alla faccia della parità e del rispetto dei diritti umani. Il marito un uomo di 50 anni di origine tunisine, è finalmente terminato a processo con l'accusa du maltrattamenti in famiglia. Difeso dall'Avvocato Federica Rossi, l'indiziato ha respinto oggi ogni accusa rilevata. Il PM invece ha richiesto 8 anni di reclusione. Adesso sarà necessario attendere l'esito della udienza finale, fissata al prossimo 11 maggio 2023. I fatti risalgono al 2021: i Carabinieri aiutarono la donna, oggi 37enne, che si era barricata in camera da letto uscendo dal balcone e implorando con grida aiuto da parte dei vicini. All'arrivo dei militari raccontò che il marito con un mano un coltello, l'avrebbe minacciata di morte o in alternativa cacciata via senza poter rivedere i figlioli. Le indagini dei Carabinieri dopo questo fatto sono procedute e i racconti della "perseguitata" hanno permesso di mettere assieme un mosaico accusatorio inquietante. Le violenze, ha denunciato la sposa, hanno preso il via nel 2013, pochi giorni dopo il matrimonio. Secondo chi ha condotto le indagini, l'uomo era un perfetto "marito padrone": imponeva alla donna ogni scelta, come non usare la lingua italiana, non avere contatti con nessuno e infine....di non truccarsi e di indossare abiti lunghi. Ma c'è di più. Alla malcapitata era stato concesso di uscire solo per recarsi al lavoro, presso la casa di una vedova riminese a fare le pulizie domestiche. Smpre sotto stretta sorveglianza del consorte, che l’accompagnava in auto e l’aspettava sotto casa. Fu il legale dell’epoca della donna (l’avvocato Sergio De Sio), questo sempre nell’estate 2021, a inviare al domiclio della signora le forze dell'ordine, che attesero l’arrivo della nordafricana per videoregistrare con un telefonino la denuncia. Un piccolo trucco che ha permesso alla vittima di scoperchiare, grazie ad una prova concreta, anni di presunti maltrattamenti. Possiamo dire che in questa vicenda non c'è mai stato fine al peggio. Sino all'intervento della giustizia, arrivata una volta tanto in tempo. Di non nuocere alla donna.