L’indicazione che arriva da Movimprese, lo studio e l'analisi statistica che fotografa la natalità e la mortalità delle imprese condotta da InfoCamere, riconsegna per il contesto provinciale dati incoraggianti per quanto riguarda il numero di imprese attive in provincia.
Dai dati appena pubblicati emerge un progressivo aumento delle imprese attive, rispetto allo stesso trimestre degli anni precedenti: si passa dalle 35.108 imprese attive nel primo trimestre del 2023 alle 34.709 del primo trimestre 2022, le 34.115 imprese attive registrate nei primi tre mesi del 2021, 33.869 nel 2020 e 34.006 nel primo trimestre pre Covid.
Il settore principale resta quello dei servizi, con 17.764 imprese, seguita dal commercio con 9244 imprese. A segnare la crescita più significativa è il comparto delle costruzioni con 5.671 imprese. Segue il settore dell’industria con 2890 imprese e dell’agricoltura (2.462 imprese) che segna il calo più marcato (-1,7%). Quasi il 25% delle imprese attive è rappresentato da imprese artigiane, il 46,1% sono imprese individuali.
Resta invece lievemente negativo il saldo delle imprese, cioè la differenza tra imprese avviate e cessate, che per Rimini nel primo trimestre fa segnare un -34 , con 34 imprese in meno nel corso dei primi tre mesi, un calo che a livello regionale, ad eccezione della provincia bolognese che è l’unica a registrare un saldo positivo con + 31 imprese, risulta essere il più contenuto.
“I dati che emergono dallo studio di Infocamere Movimprese confermano in generale la sofferenza dell’economia italiana, territorio riminese compreso - sottolinea l’assessore alle attività economiche del Comune di Rimini Juri Magrini -, ma per quanto riguarda la nostra provincia, a fronte di una crisi che non accenna ad allentare la sua morsa, Rimini dimostra comunque un importante dinamismo registrando anno dopo anno un aumento sul fronte delle imprese attive, tanto da registrare un aumento tondo di 1000 imprese attive in più addirittura rispetto al primo trimestre pre covid. Numeri che sono la testimonianza di un tessuto di piccoli imprenditori che non si sono arresi allo shock della pandemia, della crisi energetica e dei consumi generalizzata e che hanno trovato le capacità e gli strumenti per rimettersi in gioco. Un dato che si distingue nel contesto romagnolo e che fa leva in particolare sul macro settore dei servizi, che racchiude tutta la filiera su cui si regge l’offerta turistica della nostra destinazione. Non a caso le prime elaborazioni periodiche pubblicate dall’Istat circa l’avvio del movimento turistico nei primi due mesi del 2023 hanno certificato come il territorio stia reagendo positivamente, con numeri in forte crescita che vedono raddoppiare gli arrivi rispetto ai primi due mesi del 2022 e un +51,9% per quanto riguarda le presenze turistiche”.