Papa Francesco ha indetto per domenica 26 settembre 2021 la 107a Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, dal tema: “Verso un NOI sempre più grande”.
I cittadini stranieri regolari e residenti nel Comune di Rimini, pari al 13% della popolazione, al 1 gennaio 2021 erano 20.000, 240.000 circa in Provincia. Negli ultimi anni la Questura ha rilasciato una media di 11.000 permessi di soggiorno rilasciati ogni stagione. A questi vanno aggiunti i cittadini regolari ma senza residenza e i cittadini stranieri irregolari‘ e le persone con status di rifugiato, circa 1.150 persone in provincia nel 2020, di cui 910 per richiesta di asilo. L’Ufficio “Migrantes” della Chiesa di Rimini intende valorizzare la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2021 attraverso una celebrazione liturgica in Basilica Cattedrale domenica 26 settembre alle ore 17,30. Sarà anche la prima occasione pubblica per il nuovo responsabile diocesano di Migrantes, don Mathieu Malick Faye. In Basilica Cattedrale la S. Messa, presieduta dal Vescovo di Rimini, è prevista alle ore 17.30. Il “segno” di questa giornata è la parola NOI, dal tema del messaggio di Papa Francesco.
Alla fine della Messa verrà letta una storia di vita di una persona profuga accolta. Si tratta di un ragazzo, arrivato a Rimini attraverso i corridoi umanitari, proveniente dalla regione del Darfour, nell’ovest del Sudan. A 11 anni il suo villaggio è bruciato dai mujaheddin. Scappa per ritrovare la famiglia, il ricongiungimento avviene nella capitale, dove inizia a frequentare la scuola. Deriso a scuola, picchiato dalla sicurezza nazionale, scappa con la famiglia nel Sudan orientale dove trova lavoro come aiuto-cuoco e in un centro commerciale. Arrestato dai Servizi segreti, è venduto a dei trafficanti di esseri umani. Altro viaggio, altre settimane di detenzione, poi è venduto a trafficanti di uomini che lo imbarcano per il Mediterraneo senza cibo, acqua e senza saper nuotare. Fugge, aiutato da M., poi è liberato e aiutato da giovani ex detenuti. Nuovi viaggio in gommone nel 2018, altro centro detenzione, botte, altri spostamenti in Libia. Nel settembre 2019 un volo delle Nazioni Unite lo conduce in Italia, grazie a corridoio umanitario. Dirà: “La cosa più importante è rimanere umani”.