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Cultura 10:25 | 16/02/2018 - Rimini

"La Voce di Fantozzi" in anteprima al cinema Fulgor

 

Lunedì 19 febbraio dalle 20,30 al Cinema Fulgor verrà proiettato in anteprima il film documentario “La Voce di Fantozzi” diretto dal regista Mario Sesti presente in sala insieme a Massimo Mescia, Daniele Liburdi ed Elisabetta Villaggio. Un evento importante a pochi mesi dalla scomparsa, un omaggio al genio di Paolo Villaggio attraverso le testimonianze inedite e illuminanti dei più grandi protagonisti della scena italiana contemporanea, oltre ai suoi compagni di strada nel suo lungo viaggio. La Voce di Fantozzi, prodotto da Daniele Liburdi e Massimo Mescia per Volume, in collaborazione con Pepperpot, Piero e Paolo Villaggio, è un docufilm con la regia di Mario Sesti che sarà in concorso alla 74° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nella sezione Venezia Classici. Il soggetto e la sceneggiatura sono firmati da Daniele Liburdi, Massimo Mescia, Francesco Schietroma e lo stesso Mario Sesti. Nel docufilm, oltre a contributi inediti di Paolo Villaggio, vengono intervistati Maura Villaggio, Diego Abatantuono, Bruno Altissimi, Renzo Arbore, Lino Banfi, Maurizio Battista, Roberto Benigni, Antonino Cannavacciuolo, Gianni Canova, Maurizio Costanzo, Domenico Demasi, Dario Fo con la sua ultima intervista, Plinio Fernando, (Mariangela Fantozzi), Milena Vukotic (Pina Fantozzi), Fiorello e molti altri personaggi. Il film è stato realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale Cinema che ha riconosciuto il film di interesse culturale. 

 Il 3 luglio 2017, all’indomani della morte di suo padre, Elisabetta Villaggio ha scritto su facebook “Ora sei libero di volare”. Le domando se questo docufilm può essere parte del volo di Paolo e lei mi risponde che in realtà suo padre è sempre stato un uomo libero. Elisabetta ha visto a Venezia, a soli due mesi dalla morte di Villaggio, il documentario per la prima volta. Dice: “E’ stato molto emozionante, il film mi è piaciuto moltissimo, è un ottimo prodotto”. VillaggioA proposito del rapporto di suo padre con Rimini e con il significato di essere al Fulgor, Elisabetta dice che a suo padre avrebbe sicuramente avrebbe fatto molto piacere una anteprima in questo luogo evocativo “non solo perché aver lavorato con Fellini dà credito ad una attore ma anche perché me lo ricordo quando giravano la Voce della Luna, papà era contento perché sentiva la liberta e magia di Fellini. Gli piaceva la libertà di improvvisare che si respirava sui set di Fellini, gli era affine. Ancora legami con Rimini, la comunità di San Patrignano, “negli anni in cui veniva fuori in maniera così drammatica il problema della droga”, ma anche il film Rimini Rimini e “quella volta che io con mio figlio piccolissimo, tornando dagli USA, lo raggiunsi al Grand Hotel e mi fermai a dormire con lui. Di nuovo i simboli grandi di Rimini e di Fellini.

Produttore e coautore del soggetto e della sceneggiatura, Massimo Mescia è autore delle musiche. Gli chiedo come è nato il progetto di questo docufilm e lui mi risponde che “Nel 2016 abbiamo pubblicato (Volume) un audiolibro “Fantozzi”, il libro del 1971 letto da Paolo Villaggio. Durante la registrazione, durata più un mese, abbiamo sentito di dover raccontare questo personaggio, un genio che passerà alla storia. Dal punto di vista tecnico, il docufilm è un racconto basato solo su materiale originale, interviste e backstage, e anche brani del nostro audiolibro. Abbiamo evitato contributi editi per rendere al massimo l’idea della originalità e della grandezza di Paolo Villaggio. Tra l’altro, ed è un ulteriore motivo di orgoglio per gli autori, forse è la prima volta che in una pellicola ci sono 30 personaggi molto importanti, tra cui Dario Fo con l’ultima intervista prima di morire, tutti insieme all’interno della stessa opera, “che hanno partecipato per sincero amore e stima non hanno aspettato 2 secondi ad accettare il nostro invito”. A proposito dell’evento al Fulgor e del rapporto con Fellini, Mescia dice che Villaggio ne sarebbe orgoglioso perché lo vivrebbe come una vera e propria consacrazione. “Come dice bene Benigni nel documentario, Villaggio e Fellini sono gli unici ad essere nel vocabolario della lingua italiana con i neologismi di fantozziano e felliniano”. Del resto era Fellini stesso a sostenere che dobbiamo considerare i grandi comici come dei benefattori dell’umanità. Da questo punto di vista Massimo è certo: “Paolo Villaggio, come Chaplin, Totò e Stanlio e Ollio è stato capace di rimanere nel cuore di tutti noi”.

Roberta Sapio