Più di 100 bimbe e bimbi tra i cinque e i sei anni ospitati, la visita ieri della vicesindaca Chiara Bellini.
Il più grande ha compiuto da poco sei anni, la più piccola appena cinque, vengono da paesi diversi e alcuni di loro non hanno mai visto mucche pascolare libere nei campi, come quelli che circondano la casa in pietra che prende il nome di “Piscina nera”, nella riserva naturale dell’Alpe della luna, territorio di Badia Prataglia. Tanti volti differenti, ma nessun adulto, a parte le educatrici, perché i genitori rimangono tutti a casa.
Scarpe infangate, cappellino in testa, pallone nello zaino e borraccia in mano, si preparano per una gita nei boschi, tra cascate e ruscelli, per ascoltare i rumori del bosco, cercare le tracce lasciate degli animali, annusare i profumi e conoscerei nomi di alberi e fiori, spesso visti solo sulle pagine dei libri. Tanti sorrisi, tutti si divertono, chi corre nei prati, chi costruisce rudimentali strumenti di sopravvivenza, chi raccoglie fiori, qualcuno tira fuori un peluche dallo zaino per consolarsi, ma passa subito e raggiunge le amiche e gli amici, o si ferma per un piccolo conforto in cucina, con le cuoche che stanno cucinando il pranzo.
È l’atmosfera che si respira in questa piccola enclave riminese in cui si è trasformata in questi giorni Badia Tedalda, grazie al ritorno del “Progetto natura” (oggi “Naturalmente in gioco), il campeggio nel bosco organizzato dai servizi educativi e il coordinamento pedagogico di Rimini per le bimbe e i bimbi all’ultimo anno di scuola per l’infanzia; tradotto in cifre, cinque turni di circa 20/30 bimbe e bimbi, che si stanno alternando da settimane insieme alle loro educatrici per un totale di più di 100 tra bimbe e bimbi che verranno ospitati. Ogni turno sono circa una ventina le persone impegnate tra educatrici, cuoche e guide nella gestione del campo che, ricordiamo, è organizzato interamente dagli uffici dei servizi educativi comunali.
Ad accompagnarli, ieri, anche la Vicesindaca di Rimini Chiara Bellini, che ha voluto viverne di persona l’atmosfera, visitando gli ambienti e condividendo le attività, fermandosi poi a pranzo nel salone, insieme alle educatrici e ai 30 piccoli campeggiatori della scuole per l’infanzia “la Lucciola”.
“Scoperta, incanto e la meraviglia della natura, un piccolo sogno che torna realtà – spiega la vicesindaca Chiara Bellini – dopo anni di interruzione forzata, e si consolida come patrimonio culturale di Rimini. Un progetto libero e coraggioso che ha come base l'idea di una scuola attiva, una scuola del fare, che non ha paura di sporcarsi le mani e i vestiti, dove la natura torna qualcosa in cui vivere, e non solo una immagine stampata su un libro o impressa in un tablet. Innovativo, ma con una storia importante e solida alle spalle, nato nel 1980 da una intuizione dello storico direttore dei servizi nidi e infanzia riminesi, Antonio Cialabrini, e mano a mano concettualizzato da chi lo ha seguito, con ricerche e pubblicazioni di livello nazionale. Senza l’entusiasmo di ogni singolo e singola dipendente dei servizi educativi comunali, però, non sarebbe possibile creare una atmosfera così serena e stimolante come quella che ho avuto il piacere di respirare per una giornata. Senza genitori, ma con solide figure di riferimento accanto, senza aule, ma con uno scrigno naturale che si apre giorno e notte davanti ai loro occhi, senza grembiule, ma con i profumi dei fiori e dei campi nelle dita, queste bimbe e questi bimbi conosceranno qualcosa che in classe, semplicemente, non sarebbe possibile apprendere. Un’esperienza pubblica unica da preservare e coltivare, perché tiene insieme tutti, senza distinzione alcuna, e che lascerà in ognuno di loro un ricordo speciale degli anni passati insieme alle loro educatrici, le compagne e i compagni di classe, prima del grande passo alle scuole primarie che, dopo questi giorni, farà sicuramente loro meno paura”.