Crescono del 7,7% nei primi otto mesi dell’anno, i depositi pro capite nella provincia di Rimini. Un dato che il Sole 24 Ore fotografa con la propria indagine sull’intero territorio nazionale nel periodo 1° gennaio 31 agosto in base ai dati della Banca d’Italia sulla raccolta bancaria, collocando la provincia di Rimini al 37° posto (prima Ragusa, ultima Roma). Un dato che rapportato ai depositi delle famiglie consumatrici si attesta all’ 1,1%.
“I dati della ricerca del Sole 24 Ore – è il commento dell’assessore al bilancio del Comune di Rimini Gian Luca Brasini - dimostrano che c’è una perdurante propensione per quanto riguarda le famiglie italiane a risparmiare. E’ un fenomeno conosciuto, storicizzato e che ci ha in qualche modo distinto positivamente dalle altre realtà del nord Europa dove invece la propensione al risparmio da parte delle famiglie è assai scarsa. Questa propensione delle famiglie italiane è però anche lo specchio di una debolezza congiunturale che vede preferire i depositi bancari, pur non remunerativi ma sicuri, ad altre forme di investimento. Sul fronte delle imprese credo a maggior ragione che i dati non rispecchino la realtà della nostra economia in tempo di Covid: la forte liquidità che si percepisce dai dati pubblicati probabilmente è stata generata da dal combinato di due effetti. Il primo è, come per il risparmio delle famiglie, un fenomeno generato da quel senso di insicurezza e smarrimento che favorisce una strategia “attendista”, quasi un congelamento dello “status quo” in attesa di tempi migliori per le imprese italiane. L’altro effetto è quello temporaneo di provvedimenti che hanno via via garantito liquidità nel sistema finanziario. Provvedimenti come quelli contenuti nei decreti “Rilancio” e “Cura Italia” che però, val la pena ricordarlo, sono state misure misura di natura straordinaria e probabilmente non replicabili né sostenibili nei prossimi anni. Sul fronte più squisitamente locale, val la pena di evidenziare come i depositi delle famiglie riminesi che si attestano ad un incremento dell’1,1% può significare da parte del nostro territorio una maggior attenzione all’investimento frutto di un clima e di una cultura imprenditoriale diversa. Una propensione che quando nei prossimi mesi, come tutti ci auguriamo, riusciremo ad uscire dalle secche di questa crisi mondiale, ci potrà senz’altro favorire se sapremo mantenere alte, concrete e appetibili le possibilità di sviluppo del nostro territorio anche grazie a questa maggior liquidità finanziaria che i dati del Sole 24 Ore e della Banca d’Italia certificano.”