Da 105 a 13. Dopo la prima fase di formazione e approfondimento dei candidati ai premi di Nuove Idee Nuove Imprese 2020, s’è avviata la seconda fase della business plan competition che premia i progetti d’impresa più innovativi. Nella sede di Confindustria Romagna, dopo aver affrontato la prima parte di formazione online, i 13 team finalisti hanno avviato il secondo ciclo di lezioni. Bespoke, Emidio, eSteps, FilFit, Golee, Italiano Low Fodmap Food, Kablator, Madaprojects, Moto Turismo Italia, Tam Tam, Towers Energy, Trebo e Wait4Call: sono questi i 13 progetti selezionati dal Comitato Tecnico Scientifico, ritenendoli meritevoli di proseguire il percorso che da diciannove anni sostiene lo sviluppo dell’imprenditorialità locale. I settori a cui si rivolgono sono vari: dai servizi informatici all’industria manifatturiera, dall’elettronica all’alimentare, passando per i servizi legali e di consulenza aziendali a quelli di assistenza sanitaria e sociale. Anche la provenienza degli aspiranti imprenditori è variegata: la maggioranza dei finalisti, quattro, fa base a Rimini, tre provengono la Bologna, due dalla provincia di Forlì Cesena, uno da San Marino mentre gli i restanti tre hanno origine a Reggio Emilia, Foggia e persino dalla Colombia.
La seconda fase di formazione, avviatasi con la lezione del Prof. Francesco Maria Barbini del Dipartimento Scienze Aziendali dell’Università di Bologna Campus di Rimini, fornirà gli strumenti necessari a consolidare lo sviluppo della propria idea di business fino alla redazione del Business Plan finale. E a proposito di business plan, quelli presentati in 8 edizioni del concorso sono state recentemente oggetto di uno studio sviluppato da un team di ricerca del Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna – Campus di Rimini. Il contributo scientifico, pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “The Journal of Technology Transfer”, analizza i meccanismi del trasferimento di conoscenza tra Università e imprese. L’analisi effettuata sui business plan forniti dall’Associazione, di tipo quali-quantitativa, ha preso in esame 154 progetti e 535 membri dei team che hanno partecipato a Nuove Idee Nuove Imprese nel periodo 2010-2017. L’indagine ha evidenziato come i partecipanti che abbiano una formazione universitaria alle spalle (o in corso) sfruttino le conoscenze acquisite per sviluppare progetti imprenditoriali con un contenuto tecnologico più elevato rispetto a quelli proposti da non laureati. Esiste dunque una forte relazione tra ambito formativo e intensità di ricerca e sviluppo. Lo studio mostra anche che l'università alimenta la creazione di reti di relazioni tra gli studenti e i neolaureati iscritti agli stessi corsi universitari e stimola l’avvio di iniziative imprenditoriali comuni. Questa ricerca, condotta dai Professori Francesco Maria Barbini, Marco Corsino e Paola Giuri, può avere implicazioni importanti: i risultati, infatti, contengono informazioni utili per la progettazione di corsi universitari, per iniziative di trasferimento di conoscenza, ma anche per le politiche locali a supporto dell’imprenditorialità.