La mozione presentata dall'opposizione, nella seduta del consiglio della provincia di Rimini di mercoledì 28 novembre, per istituire l'assemblea plenaria di sindaci, consiglieri comunali e parlamentari non ha avuto il consenso della maggioranza per due motivi:
1) mancanza di una sala per accogliere tutti i consiglieri
2) perché alla fin fine non partecipa nessuno.
Le motivazioni addotte rendono manifesta la volontà del Presidente: la Provincia non è la casa dei comuni.
Purtroppo le aperture che aveva fatto nel discorso di insediamento si sono sciolte come neve al sole.
La bocciatura della mozione che voleva avvicinare i cittadini all'istituzione ha riportato alla luce la cultura vetero-comunista di un PCI-PD che dopo vent'anni dalla caduta del muro ancora alberga nella mente di molti consiglieri.
Il voto negativo della maggioranza non trova giustificazioni soprattutto perché due consiglieri sindaci (San Giovanni in Marignano e Santarcangelo), che tra qualche mese saranno "mandati a casa" dal voto dei cittadini, non possono decidere la vita democratica di tanti piccoli comuni, soprattutto dell'entroterra.
Il loro voto è stato decisivo ed ancora una volta hanno contribuito ad allontanare i consiglieri comunali, quindi i cittadini, dall'istituzione e dai parlamentari che avrebbero partecipato alla plenaria.
Il vice-Presidente nel suo intervento sembrava avesse manifestato la propria adesione alla mozione ma immediatamente richiamato alla disciplina della maggioranza si è immediatamente allineato ed ha votato contro.
Purtroppo ancora una volta è stata tolta, ai piccoli comuni della provincia, la possibilità di far conoscere le istanze dei bisogni dei cittadini lasciando così al Presidente la possibilità di lavorare per i soli comuni amici (per esclusiva propaganda elettorale) come è accaduto di recente con le visite ai comuni di San Giovanni in Marignano e Talamello.
Una bocciatura contro i bisogni ed un insulto alla democrazia.
Il Capogruppo Marzio Pecci e i consiglieri di minoranza della Provincia di Rimini