"Firenze, Prato e Ravenna sono alcune delle principali città italiane, che si sono mosse nel ridurre l’IVA sugli assorbenti e prodotti igienici femminili nelle farmacie comunali. Attualmente, infatti, è applicata l’aliquota massima del nostro sistema fiscale, ovvero il 22%. Tutto ciò costituisce un’ ingiustizia, in quanto gli assorbenti non possono essere considerati un bene di lusso, bensì sono un bene di prima necessità, non di svago, non figlio di un capriccio. Le mestruazioni sono oggi un lusso anche se ogni donna nel corso della sua vita fertile deve affrontare più di 450 cicli mestruali. Sembra una spesa irrisoria, ma calcolando che ogni donna con l’inizio del menarca attorno ai 12 anni, fino ad arrivare alla menopausa a 52 anni circa (significa 40 anni più o meno di fertilità), e che mediamente il ciclo dura 5 giorni, ogni donna utilizzerà 5 o 6 assorbenti al giorno, con un totale di 25 nell’arco di un ciclo. Significano più o meno 11.500 assorbenti ed una spesa pari a 4.140 euro. Se si pensa che in molte famiglie spesso le donne in casa sono più di una, può diventare una somma quasi insostenibile soprattutto a fronte della crisi economica dovuta alla pandemia. In Europa i cambiamenti su questo fronte si sono messi in moto con la riduzione dell’aliquota. In Irlanda è stata totalmente abolita, in Scozia gli assorbenti sono stati resi gratuiti per le studentesse ed in altri paesi nel mondo la tassa è molto inferiore. In Italia la percentuale di IVA è molto alta, non si considera questo bene come prima necessità, e se il governo non ne vuole sapere di ridurre l’IVA, ingiustamente pagata da ogni singola donna, piccoli gesti di rinnovamento si stanno verificando. In alcuni comuni, numerose farmacie hanno deciso di eliminare la tampon tax fino a gennaio, vendendo al pubblico il prezzo di discount. L'Iva non pagata dai cittadini sarà rimborsata dal Comune stesso, in attesa che un analogo provvedimento venga preso a livello nazionale. Ed è per questo che pensiamo che anche i Comuni debbano agire su questo fronte, lanciando un segnale al Governo centrale e allo stesso tempo venendo incontro alle quotidiane esigenze femminili attraverso iniziative ad hoc. Sulla linea di quanto fatto da Firenze, pensiamo che anche il Comune di Rimini, in attesa di una agognata legge nazionale, possa farsi autore di una mozione per eliminare la tampon tax sugli assorbenti acquistati nelle farmacie comunali. Nella speranza che il Parlamento nazionale approvi una norma nazionale, che è l’obiettivo primario, Circolo Galatea assieme a Federconsumatori Rimini ritengono sia dunque necessario che anche da parte dell'amministrazione comunale ci sia una presa di posizione forte all’insegna della parità di genere e dell’equità economica e sociale. Con l'eliminazione della tassa nelle farmacie comunali, la comunità di Rimini darebbe prova della sua attenzione verso la lotta alle ingiustizie. È un provvedimento importante e puó vedere Rimini come uno dei primi comuni capoluogo dell’Emilia-Romagna a vararlo per un cambio di passo culturale ed economico."
Circolo Galatea - Federconsumatori Rimini