Era il 2 aprile 2020, quando denunciavamo il lazzaretto del Valloni, che contava 18 decessi e moltissimi contagi tra gli operatori. Scrivevamo anche che, in Emilia Romagna ed a Rimini in particolare, sollevare il velo, per conoscere e capire come funzionano certe strutture pubbliche è sempre molto difficile.
Ora, dai dati diffusi dalla Prefettura di Rimini dobbiamo constatare, con sofferenza, che il nostro allarme e la nostra denuncia erano fondati. Ed è molto triste sapere che chi avrebbe dovuto e potuto intervenire, per ridurre i decessi, non l'abbia fatto per mera incapacità. Per questo credo sia giusto affermare che ora è arrivato il momento di conoscere come si sono svolti i fatti, se ci sono responsabilità e di chi sono. L'età media dei deceduti non interessa, a noi interessa la vita umana, la dignità della persona e la protezione della persona anziana che, notoriamente, è la più vulnerabile, fisicamente e psicologicamente.
Abbiamo inviato, a mezzo posta elettronica certificata, il 6 aprile 2020, al Direttore della ASL della Romagna, Marcello Tonini la richiesta di consegnare ai Capigruppo del Consiglio Comunale di Rimini copia della Circolare inviata ai Sindaci ed alle RSA della situazione esistente in quel momento e che linee dettava. Il Direttore della Asl non ha mai risposto e intanto la strage dei decessi continuava ed il prezzo maggiore lo hanno pagato le persone indifese e facilmente vulnerabili. Nelle case per anziani ad esempio al Valloni sappiamo che il contagio è partito dal centro diurno dove non sono stati rispettati i protocolli e dove il personale, all'apice del contagio, non aveva i DPI. Abbiamo sollecitato gli organi di controllo, dall'Ispettorato del lavoro, all'Ufficio di Igiene, fino alla Procura della Repubblica, affinchè si attivassero per accertare quanto denunciavamo pubblicamente e quanto veniva riferito dagli interessati; purtroppo, sembra, che nessuno abbia fatto niente. Tutti abbiano lasciato “correre”. E' possibile tutto questo. Noi crediamo che qualcuno ne debba rispondere.
La Lega quale partito di opposizione non ha ricevuto inviti da nessun organo pubblico e neppure siamo stati contattati, ma abbiamo, in rappresentanza dei cittadini che ci hanno votato, il diritto di sapere cosa accade nelle stanze delle Autorità deputate al controllo. Certo è che il Direttore Generale della Asl ha ignorato l'istanza di accesso agli atti e non ha mai consegnato la relazione che abbiamo il diritto di conoscere. Questo cmportamento si chiama “arroganza del potere" ed è un'arroganza che deriva dalla certezza dell'impunità. Noi riteniamo che nessuno sia immune dalle responsabilità e se ha sbagliato deve rispondere. Noi non possiamo permettere a queste persone di rimanere al loro posto. I dati comunicati dalla Prefettura dimostrano che nelle strutture per anziani ci sono stati decessi imputabili a gestioni negligenti che hanno messo a repentaglio la vita degli ospiti e del personale addetto. Abbiamo constatato che al nostro grido di allarme abbia fatto riscontro l'unica voce del sindacato sia a tutela degli ospiti che degli operatori.
Per il resto tutte le Autorità di controllo sono rimaste inattive.
L'arrogante comportamento del Direttore Generale della Ausl è da stigmatizzare perché la politica, anche – e per vero soprattutto - quella che siede sui banchi dell'opposizione, ha il diritto di consocere quali provvedimenti e quali linee guida abbia suggerito la AUSL alle strutture per anziani all'inizio della epidemia e quali misure fossero state disposte per proteggere anziani ed operatori. Se vogliamo veramente fare di Rimini la città "sicura" occorre che la sicurezza coinvolga tutti ... anche gli anziani.
Quando sentiamo la litania di palazzo del “nessuno sarà lasciato indietro”, ci travolge l'amarezza, perchè evidentemente Sindaco e Ausl devono aver pensato che basti non voltarsi per poter candidamente affermare che è andato tutto bene!
Marzio Pecci Lega Rimini