“Sono in corso fitti colloqui e incontri, proprio in queste ore, tra Anci, Governo e Regioni sulle modalità con cui attuare il nuovo DPCM, formalizzato nella notte. La Regione Emilia Romagna ha convocato per questa sera un incontro con i Comuni capoluogo e le Province per definire l’operatività delle nuove indicazioni governative. Ci sarà da fare chiarezza perché su alcuni articoli l’impressione è che ci si eserciti su uno scaricabarile, peraltro di completa inapplicabilità fattuale.
In questo senso ricade il tema della chiusura di vie e piazze a rischio assembramento. Una questione complessa che va affrontata organicamente se non si vuole far diventare solo un vuoto slogan o peggio una palla da lanciare senza rete nel campo dei sindaci italiani. Chi controlla le piazze? Chi dispone le obbligatorie verifiche dal punto di vista sanitario? Rientriamo in una fase in cui senza una assunzione di responsabilità collettiva, anziché provvedimenti condivisi e possibilmente omogenei a livello nazionale o quantomeno sovra comunale, si rischiano caos e inapplicabilità. Se la ratio di questo provvedimento è intervenire sulle aree affollate, gli interventi geolocalizzati devono scaturire da confronti operativi articolati per affrontare tutti gli aspetti della questione (lavoro, scuola, tempo libero). I Cosp sono strumento già esistente e idoneo. Noi sindaci siamo abituati a prenderci le responsabilità su mille fronti e ogni giorno; non ci sottrarremo anche a quest’ultima ma è evidente come l’analisi debba essere ampia per essere efficace, altrimenti significa solo spostare un po’ più in là il problema e soprattutto lasciare clamorosamente scoperta l’intera area del presidio, dei controlli e delle evidenze scientifiche a sostegno. E non è finita qui: abbiamo capito in questi mesi che per essere applicati con efficacia i provvedimenti e le misure (figuriamoci poi quelli di cosiddetto ‘coprifuoco’) devono essere presi almeno a livello sovracomunale, perché l’efficacia degli stessi è direttamente proporzionale all’omogeneità territoriale. Oppure ci attendiamo cali di contagi se una piazza viene chiusa a Rimini alle 21 e poi si verificano episodi di nomadismo della ‘movida’ nei Comuni limitrofi o a San Marino o attraverso viaggi e mobilità ancora aperta?
E’ chiaro dunque che le decisioni debbano essere assunte in sede collegiale, sulla base di analisi di tutte le componenti che conducano a scelte di responsabilità cui nessun sindaco, io per primo, si è sottratto e si sottrarrà. Il Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza è una sede collegiale e territoriale già operativa. Ma i chiarimenti chiesti da Anci in queste ore sono volti quindi ad avere chiarimenti per definire provvedimenti efficaci e applicabili, in grado cioè di contrastare la diffusione del Covid agendo sui potenziali rischi di assembramento.
L’altra questione che, sulla scorta di questo discorso, desidero rapidamente affrontare in sede di Cosp (analogamente ad altri territori) è la proposta di sospensione della manifestazione di sabato 24 a Rimini, organizzata da gruppi vari. Nel momento stesso in cui il DPCM proibisce fiere, congressi, convegni, sagre, nella logica di evitare manifestazioni pubbliche a rischio assembramento, mi pare una questione del tutto logica e auspicabile non far svolgere l’iniziativa del prossimo sabato. Chiederò questo a Prefetto e Questore”.