“Siamo in attesa da settimane, non abbiamo rilasciato dichiarazioni stampa nel solco dell’unità e del lavoro programmatico che stiamo portando avanti insieme agli altri partiti e alle forze civiche. Tavolo di coalizione che si riconosce nel percorso riformatore e di buon governo della città, fatto in questi anni, dal sindaco Gnassi. Ma constatiamo che la strada, dopo l’incontro del PD di venerdì, è tutt’altro che in discesa. Anzi. Tanti esponenti e dirigenti del Partito Democratico riminese vorrebbero evitare le primarie ma ancora non è chiaro il percorso unitario che dovranno intraprendere Jamil Sadegholvaad ed Emma Petitti per evitarle. Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”. Così Draghi nel discorso alle Camere, così Italia Viva e Più Europa, oggi, si rivolgono al Partito Democratico. In gioco c’è il futuro di Rimini non il destino di qualche singolo. Abbiamo ribadito più volte insieme al tavolo di coalizione – continuano – il nostro NO alle primarie che in questo caso diventerebbero solo del PD. I nostri partiti non si schiereranno e non parteciperanno ad eventuali conte preventive o ad ultimatum. La scelta del candidato sindaco non è una dinamica da congresso del PD. Se anche Draghi è sostenuto da un’ampia maggioranza perché non riusciamo a trovare qui l’unità? Ritorniamo al punto di partenza e scegliamo INSIEME la persona migliore, costruiamo insieme la coalizione per un patto amministrativo e mettiamo al centro l’amore per Rimini”.
Giorgia Bellucci, Gianluca Fabbrani di Italia Viva e William Ottaviano di Più Europa