Non vorrei essere nei panni del Signor “Scrivo IO le magliette di Versace”. Anche perché l’addetto alla grafica della nota casa di moda, a occhio e croce, deve essere chiuso in qualche eremo, isolato. E nella solitudine, tra T-Shirt e meditazioni fashion, è sicuramente più facile farsi ingannare dal mondo e dalla sua geopolitica. E’ l’eremo di Casa Versace che di per sè porta a sbagliare anche i quiz geografici più elementari.
Magari il Signor “Scrivo IO le magliette di Versace” in questo luogo in alto di difficile accesso, escluso alla società e dedito esclusivamente all’Alta Moda, ha usato tale prototipo di maglietta per cazzeggiare mentre pensava alla grafica della maglietta. Quindi è facile che quella commercializzata sia stata in realtà la T-shirt del cazzeggio del Signor “Scrivo IO le magliette di Versace”, detto anche l’Eremita. Avrà prima scritto in corsivo le città, per poi in seguito aggiungere lo stato di appartenenza in stampatello. Niente, ha perso perché è scivolato su Hong Kong o Macau (2 errori), attribuendogli l’indipendenza che non hanno. Certo, avrebbe potuto giocare anche a “Nomi, cose, città” o a Tris, così facendo avrebbe evitato in ordine: l’ira feroce di tutta la Repubblica Popolare Cinese, l’editoriale di “People’s Daily” (quotidiano del partito comunista cinese) che ha catalogato il gesto come grave e imperdonabile, la distruzione fisica di un numero indefinito di capi, la fine del rapporto di lavoro tra Versace e l’attrice testimonial Yang Mi. Contando che la fine della collaborazione di Yang con la casa di moda italiana è stato uno dei temi più visti da WEIBO (uno dei siti più frequentati della Cina), attirando oltre 640 milioni di visualizzazioni, era decisamente meglio se l’Eremita quel giorno avesse scelto di andar per funghi; evitando così la furia del Dragone. Qualsiasi cazzeggio su una T-shirt di Versace potrebbe potenzialmente avere un pericoloso risvolto mondiale. Va beh, a lui che gliene frega, tanto è sull’eremo.
Stefania Bozzo