Ho sempre più la percezione che coloro che detengono il potere abbiano la “sindrome da Galleros”. I “Galleros” sono allevatori di galli da combattimento, una pratica assurda e cruenta che mette di fronte due galli spinti dalle dure condizioni di allevamento ad una naturale aggressività. La lotta avviene nel “gallodromo” e termina quando uno dei due muore, o cade senza rialzarsi, mentre gli appassionati e gli scommettitori si dispongono intorno al recinto che delimita lo spazio del combattimento. Le 11 persone che sono morte in Cile, a fronte della rivolta civile che sta paralizzando il Paese, sono morte da galli mentre i “Galleros” stavano a guardare. La “fiamma rivoluzionaria” che incendia Santiago ormai da 5 giorni è da condannare? Sarebbe come condannare i galli per la loro lotta. I "Galleros" allevano volatili che appartengono di solito alla categoria “Gallus Gallus Domesticus”, ovvero sono dei semplici polli domestici allevati fino a sviluppare l’istinto irrefrenabile di combattere, senza fermarsi, neanche se le forze sono sufficienti appena per respirare. D’altronde è il “Gallero” che comanda, il gallo può solo subire. Certo se fossero morti 11 “Galleros” invece che 11 galli il paradigma della percezione mondiale sarebbe molto diverso, tutti si sarebbero avvicinati al gallodromo cileno. La verità è che la storia è sempre la stessa, il popolo oppresso che si arrabbia. S'arrabbia per essere l’ultimo e di contare quanto un gallo; s'arrabbia di dover lottare sempre per sopravvivere, s'arrabbia della retorica dei “Galleros” che cerca di saziarti con le parole. Risultato? In Cile 1900 arresti, 11 morti, 8 feriti gravi e il Presidente Sebastian Pinera che dichiara “non possiamo permetterci che i violenti e i delinquenti si sentano padroni del nostro Paese”. Eh sì, adesso il “Gallero” dà del delinquente al gallo.
Stefania Bozzo