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Opinioni 13:06 | 05/05/2020 - Rimini

Le sardine sulla Fase2: "Rispettare le norme ed essere coscienziosi"

Un appello alla cittadinanza sulla Fase2 del Coronavirus con tanto di firma in calce "6000 sardine Rimini". Se a scrivere siano d'accordo tutti i 6mila indicati non è dato sapere, ma per correttezza d'informazione diamo spazio a quanto ci è stato inviato via mail.

Il 9 marzo è iniziata quella che tutti ormai definiamo “reclusione” o meglio “quarantena”. Con fiducia in quello che ci è stato detto dai medici, dalle istituzioni e dalle  autorità, abbiamo messo da parte la voglia di uscire, di incontrare parenti e amici, di correre, di liberare la mente all’aria aperta e, con un po' di fatica e sacrifico, siamo giunti al 4 maggio. Grazie all’impegno di ognuno di noi i contagi sono diminuiti e abbiamo potuto vedere un po' di luce in questa situazione scura. Quindi, siamo arrivati ad oggi e, nell’interesse comune, ci è stato chiesto di spostarci coscienziosamente, di stare lontani, di indossare la mascherina nei luoghi pubblici e laddove non sia possibile garantire le distanze. Non ci è stato detto che possiamo uscire per incontrare amici, ritrovarci nei parchi o nelle piazze, creare assembramenti. Non si sono aperte le porte per tornare alla normalità, ora: si è iniziato un percorso per riuscire a raggiungere gradualmente uno stile di vita il più possibile vicino a quello che eravamo abituati ad avere prima del 9 marzo. Ci è stato chiesto il rispetto di poche e semplici regole, che abbiamo l’obbligo etico e sociale di seguire in nome di quei doveri di solidarietà che la nostra stessa Costituzione ci impone. Ad oggi ci sono ancora contagi, ci sono ancora persone malate, molte persone non possono ancora uscire di casa e, magari, desidererebbero solo mettere il naso fuori dal loro cancello, niente di più. Noi sardine di Rimini, allora, rivolgiamo un appello all’intera cittadinanza affinché ponga in essere un atteggiamento responsabile volto al rispetto delle norme e non ad una libera interpretazione delle stesse. Riteniamo che una condotta coscienziosa sia un dovere che dobbiamo pretendere sì dagli altri ma che dobbiamo porre in  essere, in primis, noi stessi, per poter tutelare al massimo il bene primario della salute individuale e collettiva. Invitiamo a riflettere sul fatto che la nostra condotta di oggi getta le basi per le decisioni future e la comunità locale ha bisogno di riprendere al più presto le proprie attività non potendo permettersi di attraversare un altro periodo di lockdown. Chiediamo di pensare a tutte le attività che  ancora sono bloccate e la cui apertura è condizionata all’andamento della situazione sanitaria. Invitiamo allora la comunità ad un ultimo sforzo, al fine di poter permettere a tutti, e non solo ad alcuni, di ripartire e di rialzarsi.

 

6000 sardine Rimini