"Ciò che sta emergendo con la riapertura dell'aeroporto di Forlì è il fallimento della strategia regionale sugli aeroporti, che è bene ricordare, rientra tra le competenze che la Costituzione le affida. Del resto chi non ha la memoria corta ricorderà che solo pochi anni fa le Regione voleva costruire una holding degli aeroporti, proprio per condizionare le vocazioni dei singoli scali ed eliminare una concorrenza che andava solo a vantaggio delle compagnie aeree senza aumentare per nulla il numero totale dei turisti che si servivano dell'aereo per raggiungere la nostra riviera.
Siamo invece passati in poco tempo da un dirigismo di stampo sovietico ad un liberismo sfrenato in cui l'Assessore Corsini si limita a dire che si tratta di una questione tra privati regolata dal mercato. In realtà non si è avuto il coraggio di considerare chiusa la questione dell'aeroporto di Forlì dopo il fallimento ed invece la politica forlivese si è fossilizzata su una miope visione campanilistica per avere un aeroporto fotocopia di quello di Rimini già riaperto e funzionante dal 2015.
Negli ultimi 10 anni prima dei due fallimenti, Rimini e Forlì si sono "rubatI" i turisti, ma il totale di questi flussi è rimasto invariato e sempre sotto il milione di passeggeri a dimostrazione che il bacino di utenza per due aeroporti identici non è molto diverso, anzi tropPo spesso coincidente, come stiamo già vedendo in questi primi mesi. Oggi il danno è fatto e proprio quella politica regionale così latitante finora, dovrebbe spingere l'aeroporto di Forlì verso una propria vocazione particolare, specializzata e se vogliamo di qualità in campo nazionale. Voli commerciali cargo a coprire il territorio da Bologna fino a Pesaro e San Marino e soprattutto Scuola di Volo Nazionale ed Internazionale, aperta ed a servizio degli aspiranti piloti del Mondo Afro-Asiatico che ogni anno vengono in Europa con notevoli disponibilità economiche per intraprendere la professione “Nobile” di pilota civile a militare.
Allo stesso modo, la Regione dovrebbe implementare la vocazione turistica dell' aeroporto di Rimini che oggi, a differenza che in passato, non pesa sui bilanci pubblici per la propria gestione ma anzi è in grado di contribuire, anche con proprie risorse, al rilancio di nuove rotte.
Se così non sarà, il rischio di bruciare risorse private ma anche tante pubbliche è reale, ed in questo momento non possiamo certo permettercelo soprattutto in un settore come quello turistico così toccato dalla pandemia".
Dott Nicola Marcello Consigliere di FDI