"Il criterio del minimo orario di 9 euro dovrà essere rispettato in tutti gli appalti della Regione Emilia-Romagna - siano essi per lavori, servizi o forniture -, un risultato che garantirà maggiore dignità e sicurezza a tutti i lavoratori coinvolti", questa la proposta di Emma Petitti.
"Una misura di civiltà che mi propongo come un obiettivo concreto per confermare la nostra come terra del lavoro e dei diritti; mai più una lavoratrice o un lavoratore che lavora per la Regione dovrà guadagnare meno di 9 euro l’ora".
"Un obiettivo ed una lotta che mira a rafforzare l’equità salariale, migliorando le condizioni di lavoro per i lavoratori coinvolti negli appalti pubblici della Regione. Se le imprese appaltatrici proporranno contratti diversi, la Regione dovrà effettuare una comparazione delle tutele economiche e normative basandosi sui parametri fissati dall’Anac. Questa è una scelta che contribuirebbe anche a ridurre il rischio di incidenti, promuovendo una maggiore qualità e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Congiuntamente con le Organizzazioni sindacali ci faremo promotori a sostenere in Conferenza Stato-Regioni e in ogni altra sede competente le iniziative legislative per l’approvazione di una normativa nazionale che introduca il salario minimo legale nel nostro Paese".
"Una proposta - conclude Petitti - per confermare l’Emilia-Romagna come Regione del lavoro e dei diritti, per cui mi batterò in ogni sede. Con coraggio, con concretezza".