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Sono giorni che penso: qual è il nesso, il filo che unisce due contesti così diversi e fragili? E perché si vuole cambiare il concetto stesso di bellezza, di armonia, di infinito? La risposta è unica. Mancanza totale di cultura e un enorme vantaggio economico di faccendieri che abbondano in questa triste stagione dove solo il pio denaro può motivare certe scelte. Un’antenna di 36 metri non può essere montata in nessun luogo di un Paese che abbia titolo per essere definito tale. Né al Castello, né al parcheggio del Cimitero, né al Paradiso.
Sulle pale eoliche, che qualcun strumentalmente continua a chiamare “Parco Eolico”, ma che parco è? E’ un insulto alla lingua italiana. Una cinquantina di mostri alti più di 250 metri sul livello del mare che qualcuno vuole paragonare alla Torre Eiffel. Stiamo scherzando? Con l’aria che tira veramente girano le palle. Non passeranno. “Non debemus, non possimus, non volumus” (Papa Pio VII al secolo Barnaba Chiaramonti, romagnolo).
Rurali sempre
Enrico Santini
